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La consacrazione
della Parrocchia S. Emerenziana
Articolo del "Giornale d'Italia" di venerdì 28 novembre 1942
La nuova Parrocchia di S. Emerenziana nel
quartiere “Savoia”
Un tempio donato dal Papa
Là dove il Viale Eritrea sfocia nella
campagna e dove è possibile ancora ammirare un georgico
paesaggio, destinato certo alla devastazione, è sorto il tempio
con la canonica di una nuova Parrocchia, la prima dedicata a S.
Emerenziana, che riposa non molto lontano di qui, sul clivo che
discende dalla Via Nomentana, nel cimitero in cui prima fu
sepolta Agnese, fiore dei Martiri, ed Ella vi trovò la morte,
lapidata dai pagani, mentre pregava sulla tomba della grande
sorella collattanea.
Pensavamo appunto alla triste sorte delle
venerate spoglie di queste due giovinette, luci purissime della
Chiesa, a causa di una non generosa ripicca.
Ricordate il grande avvenimento, quando il cardinale Sfondrati
ricercò e rinvenne in Trastevere le reliquie di S. Cecilia e
nella basilica sulla Nomentana quelle unite di Agnese e di
Emerenziana?
Papa Borghese dispose che i resti di queste due martiri
venissero rinchiusi in un sontuoso sarcofago di argento con il
suo stemma e palme d’oro e la scritta Sanctae Agnesi M. da un
lato e Sanctae Emerentianae M. dall’altro facendolo riporre nel
loculo originario sotto l’altare maggiore.
Di più è noto che il Pontefice celebrò l’ultimo suo pontificale
in questa Basilica in occasione della festa di S. Agnese.
Durante l’Anno Santo, dopo tre secoli, tornò
in luce l’urna ricchissima e noi potemmo ammirarla sia pure a
traverso le sbarre di una ferrea grata: la notizia del
ritrovamento andò per il mondo suscitando viva impressione tra i
fedeli; quando, dopo qualche tempo, un ordine draconiano fece
riseppellire il gioiello dovuto ad un orafo del primo Seicento
ed insieme le ossa delle Sante Sorelle.
A questo pensavamo visitando la nuova chiesa nella sua nativa
nudità con l’altare privo di una immagine e di una reliquia di
Emerenziana. Il vano a forma basilicale a tre navate, con
contaminazioni ben evidenti alla Novecento, è lungo m. 64 per
22, ha molti finestroni al di sopra dei matronei ed un’abside
dall’ampia curva, sei cappelle con altari in marmi policromi, i
pilastri degli archi aperti fra le navate sono rivestiti di
cipollino, mentre l’altare maggiore e la balaustra hanno
decorazioni di marmo bianco, di porfido, di onice.
Ampia anche la casa parrocchiale fornita di stanze e di sale per
gli uffici, le opere e le associazioni. L’esterno del tempio è
tutto in cotto. Il campanile è alto 33 metri ed ha per ora
un’unica campana.
La Parrocchia, affidata al clero secolare, ha
questo confine che forma un grande cerchio in cui vivono circa
18 mila cittadini del quartiere Savoia.
Da Piazza Annibaliano la linea si svolge lungo Via Massaciuccoli,
Via Lago di Lesina, Via Priscilla, Via Salaria, Ponte Salario,
il corso dell’Aniene, Via Asmara, Via Tobruk, raggiungendo di
nuovo Piazza Annibaliano.
Il parroco don Lorenzo Maria Plotzer, da
Udine è coadiuvato da due vice parroci e domani sabato
battezzerà dopo la benedizione della chiesa fatta da Mons.
Pascucci, alle 15.30 il primo nato nella nuova Parrocchia: è una
bambina e si chiama Mirella Bellucci.
Il tempio nuovissimo, opera dell’arch. Tullio
Rossi e dell’ing. Federico Fornari è sorto per volere augusto e
per la sovrana munificenza di S.S. Pio XII ed è stato costruito
dalla Pont. Opera per la Preservazione della Fede e la Provvista
di nuove Chiese in Roma, presieduta da S.E. il cardinale
Marchetti Selvaggiani[*], Vicario di S.S.
Esso solo copre un’area di mq. 1200.
[*] Francesco Marchetti
Selvaggiani (Roma 1871 – 1951), cardinale dal 1930 è stato
vicario generale del Papa per la città di Roma e gran
cancelliere del Pontificio ateneo lateranense.
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