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Archivio documenti ed attivitΰ per
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Per coppie ancora senza figli
1. PRIMI PASSI INSIEME
Dal Rito del Matrimonio: la promessa di fedeltΰ lo, accolgo te... Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. (Consenso, la forma, n. 71)
Fedeltΰ in un Dio FedeleLettura del brano Gv 15,9-17Come il Padre ha amato me cosμ anchio ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo ho detto perchι la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo θ il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha un amore piω grande di questo: dare la vita per i propri amici: Voi siete miei amici se farete ciς che io vi comando. Non vi chiamo piω servi perchι il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perchι tutto ciς che ho udito dal Padre lho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchι andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perchι tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Rimanete nel mio amore θ un primo imperativo di Gesω. Siamo chiamati a rimanere, ad essere fedeli, nell'amore di Gesω; essere fedeli a Lui significa essere fedeli all'uomo, al prossimo, a chi condivide con noi il pellegrinaggio della vita. Amore e fedeltΰ sono due binari su cui si muove la vita di relazione con Dio e con il prossimo. Noi amiamo perchι Lui ci ha amati per primo e ci ha creati capaci di amare come Lui ama. Se perciς vogliamo amare di amore vero, con un amore profondamente umano, bisogna rimanere nel Suo amore, nell'amore di Gesω, nella sua grazia, essere fedeli a Lui e ai suoi comandamenti, cioθ alla sua Parola. Rimanete nel mio amore θ imperativo che ha come obiettivo la gioia. Questo vi ho detto perchι la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Evidentemente ci sono altri modi per amare il prossimo, di amore che non θ destinato a rimanere, ma si pensa possa finire ...Un amore che non θ quello a cui ci chiama Gesω spesso non conosce il rimanete della fedeltΰ, e che non porta alla "gioia piena L'amare in Cristo, amare da cristiani autentici significa dare la vita, donare se stessi per l'esperienza d'amore che sembra essere umana ma che θ anche divina. lo ho scelto voi, θ Dio che ci ha scelti, θ Lui che chiama alla vita insieme, θ Lui che unisce nell'amore, e l'amore vero porta sempre un frutto che rimane. Noi sappiamo amare l'altro se rimaniamo in rapporto con Gesω che ci ama: in questo amore Dio θ fedele a noi, e noi possiamo essere fedeli al prossimo che amiamo.Questo θ donarsi all'altro.
La sfida della fedeltΰ Lettura dal Catechismo degli Adulti La fedeltΰ puς diventare crocifissione; puς esigere grande generositΰ di servizio e di perdono; ma il cristiano sa di non essere mai solo a portare la croce. Il sacramento non dispensa dalla fatica, ma la rende sensata e possibile. Perchι esso sia fruttuoso, occorre un cammino spirituale di coppia: preghiera, ascolto della parola di Dio, partecipazione all'Eucaristia, gesti di attenzione reciproca, dialogo assiduo (CdA 355).
La fedeltΰ matrimoniale θ una sfida aperta, non soltanto nel senso di fedeltΰ all'altro, ma innanzitutto di fedeltΰ nel Sacramento del Matrimonio. La fedeltΰ di coppia spesso puς incrinarsi, o addirittura perdersi, per tante cause e in tante forme, e la sfida θ: ricucire, restaurare e rinvigorire il rapporto. La fedeltΰ. puς diventare addirittura crocifissione, e se non raggiunge questo apice θ comunque faticosa. Oggi, spesso, non si vuole faticare per ritrovare una fedeltΰ nella coppia, e allora si arriva all'infedeltΰ maggiore: quella al Sacramento del Matrimonio. Infedeltΰ al Sacramento sembra essere l'ultima goccia di tante piccole e grandi infedeltΰ che fanno traboccare il grande vaso del Matrimonio ...In realtΰ c'θ invece alla base un'infedeltΰ maggiore, che θ la mancanza di fedeltΰ a Dio: lo smarrimento della fede. Una coppia che ravviva la sua fede in Dio (preghiera, ascolto della Parola, partecipazione all'Eucaristia, dialogo, caritΰ...) rafforza il Matrimonio, ed θ coppia forte nella fedeltΰ che θ innanzitutto: accoglienza incondizionata dell'altro, dono di se e perdono.
La Fedeltΰ come gioiaNessun innamorato potrebbe tollerare da parte dell'altro delle condizioni d'amore precario del tipo: Ti amerς finche dura, ti amerς finche mi piacerΰ, ti amo per i tuoi beni, ti amo provvisoriamente... Chiunque si sentisse dire delle cose del genere avrebbe la sensazione di essere preso in giro e certamente non gradirebbe vivere con una persona che in realtΰ non lo ama. Ogni coppia cristiana vive la fedeltΰ come difficoltΰ ma anche come gioia perchι scopre che la prova della fedeltΰ θ prova d'amore, prova di fede l'uno nell'altro per camminare insieme verso la meta che θ la conquista dell'Amore, con la A maiuscola. Dalla fedeltΰ di Dio ogni coppia trae la propria fedeltΰ e ne diviene testimone. Oggi questa testimonianza θ quanto mi preziosa in tempi in cui le coppie si dividono con troppa facilitΰ. Vivere la fedeltΰ coniugale significa innanzitutto camminare insieme verso una vita totalmente donata l'uno all'altro. Ciς che spaventa i giovani oggi, e soprattutto le coppie che si accingono al matrimonio, θ il "per sempre", spaventa l'instabilitΰ del cuore che ognuno sperimenta in se stesso, quella fragilitΰ che ognuno incontra nella propria esistenza e che sgretola, insensibilmente, la vita di ogni uomo. Scoprire che il «per sempre» θ quello di Dio e non il nostro, significa respirare con gioia l'aria pura e libera del Signore, respirare la forza che promana dalla sua fedeltΰ, significa non aver paura di impegnare la propria povera fedeltΰ nel matrimonio, sapendo che Dio ne θ il garante.
Dalla passione alla condivisione di un progetto di vitaAmare significa volere il bene della persona amata: non sono io al centro del mondo, ma θ l'altro che richiede le mie attenzioni e il mio sostegno. Amare θ donarsi in maniera completa, creando una realtΰ di coppia in grado di resistere ai miraggi del mondo ed alle prove della vita. L 'amore non θ un punto di partenza, bensμ un obiettivo da raggiungere e da mantenere. L 'innamoramento θ una stagione felice, ma ha tutta la fragilitΰ delle esperienze istintive. Si vive un momento di intensa emozione per la presenza dell'altro che appare come un sole. In questo stato di grazia la persona si muove come trasformata: diventa disponibile e gode nel sentire che le sue attenzioni producono gioia e benessere nell'amato; si sente appagata per quello che riceve e per quello che dΰ. Molti pensano, allora, che l'innamoramento sia il modello perfetto di legame tra uomo e donna. Ma non θ cosμ! Sotto l'emozione dell'innamoramento, infatti, le due persone (con tutto quello che realmente rappresentano: storia familiare, esperienze passate, abitudini, ecc.) finiscono per nascondersi, quasi a scomparire. La routine e l'abitudine fanno riemergere la natura originaria dei componenti la coppia, attenuando e ridimensionando illusioni e fantasie. E cosμ i "mondi" autentici tornano prepotentemente fuori, complicando il rapporto. Allora capiamo che l'innamoramento non basta: θ un filo troppo fragile per tenere unite due persone. Bisogna passare ad un'altra fase, quella dell'amore. Il passaggio dalla fase dell'innamoramento a quella dell'amore θ un momento di crescita che la coppia deve affrontare e superare. Il cammino della coppia puς essere allora definito come un abbandono graduale dell'emozione (innamoramento) per arrivare al progetto (amore). E' un cammino che resta legato alla capacitΰ dei coniugi di disegnare, e via via realizzare, il proprio progetto di vita. Anche l'amore deve essere capace di modificarsi nel tempo. Ma in tutto questo gli sposi devono essere consapevoli dell'impegno che hanno preso: quello della fedeltΰ. Essere fedeli θ una promessa che gli sposi si sono scambiati solennemente e lo hanno fatto consapevoli che la vita puς mutare, ci potrΰ essere la salute, la malattia, il dolore, la gioia, la stanchezza, la collega di lavoro che sembra comprenderci piω della propria sposa, l'amico d'infanzia che ci dimostra molta piω considerazione dell'uomo che abbiamo sposato... In tutto questo θ decisiva la volontΰ dei due sposi. Ciascuno deve impegnarsi a mantenere la promessa di essere fedele all'altro, fuggendo da tutte le possibili situazioni che possono, anche in modo sottile o nascosto, far venire meno alla fedeltΰ. Ma non basta, θ necessario anche non creare le condizioni che inducano l'altro o l'altra a stancarsi di noi. Facendolo sentire la persona che abbiamo sposata non compresa profondamente, non ascoltata, non protetta, non difesa, non considerata, non aiutata...
Mi presentoAbito nelle coppie ma non solo in loro. Pensate che mi hanno paragonata ai tarli dei mobili. Sono quel sentimento che fa venire facilmente ulcere e altri problemi del genere perchι induce a pensare che l'altra persona non esista esclusivamente per se ...Dicono che un pizzico di me ci vorrebbe in ogni coppia, altrimenti la vita sarebbe piatta, ma in dosi eccessive faccio male. Sapete come fare per mandarmi via? Fate capire alla persona che avete sposato che niente e nessuno potrΰ mai distrarvi o allontanarvi da lei. Che avete promesso sul serio fedeltΰ davanti a Dio e alle persone presenti in giorno del matrimonio. E se un giorno disgraziatissimo vi dovesse capitare di guardare un'altra persona con troppo interesse ...allora fuggirete perchι avete deciso di amare solo chi avete accanto. Siate accorti, perchι quando calano le attenzioni che date allo sposo o alla sposa, allora θ il momento in cui vengo avanti io!
La gelosia
Domande per il dialogo§ La fedeltΰ θ "rimanere nell'amore". Credo nell'amore che finisce, oppure credo che questo amore si alimenta ed evolve (trovando anche i suoi periodi cupi)? § Quali sono le piccoli e grandi infedeltΰ della vita di coppia fin d'ora vissute? Mi accorgo che l'infedeltΰ che porta a mettere in discussione il Sacramento del Matrimonio θ innanzitutto smarrimento della fede in Dio?
PreghieraGrazie, Signore, perchι ci hai dato l'amore capace di cambiare la sostanza delle cose. Quando un uomo e una donna diventano uno nel matrimonio non appaiono piω come creature terrestri ma sono l'immagine stessa di Dio. Cosi uniti non hanno paura di niente. Con la concordia, l'amore e la pace luomo e la donna sono padroni di tutte le bellezze del mondo. Possono vivere tranquilli, protetti dal bene che si vogliono secondo quanto Dio ha stabilito. Grazie, Signore, per lamore che ci hai regalato. (S. Giovanni Crisostomo)
2. I Sacramenti della vita cristiana: ne abbiamo compreso limportanza per vivere gli impegni matrimoniali?
Dal Rito del Matrimonio: Signore, che ci hai reso partecipi della Tua mensa, fa che questi sposi, uniti col Sacramento nuziale, aderiscano sempre a Te e annuncino il Suo nome. Per Cristo nostro Signore. (Orazione dopo la Comunione)
Insieme tra noi, amalgamati da CristoLettura del brano: Gv. 20,21-23La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, venne Gesω, si fermς in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitς su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Piω forti perchι perdonati Ogni cristiano sa di non essere perfetto, eppure sa anche di essere amato in modo infinito da Dio, tanto che gli ha mandato il Suo figlio perchι potesse avere la pienezza della vita. Noi non siamo amati perchι perfetti, ma perchι figli non facciamo parte di una comunitΰ di perfetti, ma di perdonati Ed il Sacramento della Confessione ci assicura questa realtΰ. Che vale anche per la vita matrimoniale. Se non sono perfetto nel mio rapporto col coniuge, perchι non posso fare di piω? E perchι non uso gli strumenti piω adatti, cioθ questo Sacramento che mi dona la forza del Signore per migliorare realmente dai miei peccati? Se sento il peso di perdonare i suoi difetti, perchι non penso al Signore che mi perdona, e trovo in Lui la forza di fare altrettanto?
Lettura del brano: Gv 6,53-58Gesω disse: «In veritΰ, in veritΰ vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterς nell'ultimo giorno. Perchι la mia carne θ vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosμ anche colui che mangia di me vivrΰ per me. Questo θ il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrΰ in eterno».
Chi mangia la mia carne dimora in me ed io in lui E la situazione del cristiano convinto e coerente, che incontra Gesω personalmente nellEucaristia, e vive di Lui, grazie alla Sua presenza personale nella propria vita. Ciς vale anche per la vita matrimoniale: riesci a restare fedele nonostante le tentazioni? Se cθ un motivo sufficiente, sμ. E non pensare che il motivo sufficiente sia lamore: questo θ un sentimento, e di sua natura effimero, che dura finchι dura. Ci deve allora essere qualche altra motivazione in piω: per u cristiano θ la presenza di Cristo nella sua vita, presenza reale che gli dona la forza stessa di Cristo.
Famiglia, Chiesa domestica Lettura dal Catechismo degli Adulti 1656 Ai nostri giorni, in un mondo spesso estraneo e persino ostile alla fede, le famiglie credenti sono di fondamentale importanza, come focolari di fede viva e irradiante. E' per questo motivo che il Concilio Vaticano II, usando un'antica espressione, chiama la famiglia "Ecclesia domestica" Chiesa domestica [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11; cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 21]. E' in seno alla famiglia che "i genitori devono essere per i loro figli, con la parola e con l'esempio, i primi annunciatori della fede, e secondare la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in modo speciale" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11]. 1657 E' qui che si esercita in maniera privilegiata il sacerdozio battesimale del padre di famiglia, della madre, dei figli, di tutti i membri della famiglia, "con la partecipazione ai sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e l'operosa caritΰ" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11]. Il focolare θ cosμ la prima scuola di vita cristiana e "una scuola di umanitΰ piω ricca" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 52]. E' qui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l'amore fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato, e soprattutto il culto divino attraverso la preghiera e l'offerta della propria vita.
Per fare, bisogna prima essere Sentiamo il bisogno di essere chiesa domestica, luogo cioθ di preghiera, di trasmissione dei valori tra coniugi ed ai figli, di preparazione per portare questi valori anche al di fuori Ma perchι la nostra famiglia diventi chiesa domestica cθ bisogno di farvi abitare Cristo. E noi lo invitiamo nella nostra casa se Gli facciamo spazio nella vita personale ricevendolo nei Sacramenti. Senza di questi, il desiderio di fondare una chiesa domestica sarebbe una pura fantasia, se non addirittura una ipocrisia.
Mi presentoAbito in tutte le persone, e faccio di loro dei bambini cresciuti. Sapete che mi diverto un sacco a vedere delle persone che si vantano di essere grandi ed importanti, ma sono cosμ mie schiave che non sanno prendersi delle responsabilitΰ? Pensate che molte persone credono di risolvere i loro problemi solo con le chiacchiere, perchι io li ho convinti che non serve impegnarsi, ed essi hanno abboccato? Sapete come fare per mandarmi via? Riflettete sul senso della vostra vita, riflettete sul senso della maturitΰ, ed allora sarete degli adulti, non dei bambini cresciuti, ed io non avrς piω potere su di voi. La superficialitΰ
Domande per il dialogo§ Sei convinto che senza questi Sacramenti il tuo incontro con Cristo θ limitato, spirituale, ma non personale e completo? § Senti la ricaduta della tua vita spirituale nella tua vita matrimoniale? § Aiuti il tuo coniuge a vivere questa unione con Cristo?
PreghieraSignore, non vengo a riceverti ma a chiederti di accogliermi in Te.Voglio restare accanto a Te, Signore, in gran silenzio, per lasciarmi amare. Ti ho portato il mio cuore per poter amare nel tuo amore. Ti ho portato il mio spirito per poter pensare alla tua luce. I miei occhi...per poter vedere come vedi Tu. Le mie labbra... per parlare e sorridere nel nome tuo. Le mie mani... perchι in me tu possa soccorrere tutti.
3. L'indissolubilitΰ: come viviamo le terapie proposte (I parte) Dal Rito del Matrimonio: comunione con e per la famiglia Chiediamo a voi, fratelli e sorelle, di pregare con noi e per noi perchι la nostra famiglia diffonda nel mondo luce, pace e gioia. (Interrogazioni, II formula n. 69)
Famiglia aperta ... Lettura del brano Gv 19,25-27 Stavano presso la croce di Gesω sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clθofa e Maria di Mΰgdala. Gesω allora, vedendo la madre e li accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: " Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse a/ discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dalla passione, morte e resurrezione di Gesω, nascono i Sacramenti della Chiesa, perciς anche il Matrimonio. Se da una parte quest'ultimo θ scelta esclusiva di due a formare una coppia-famiglia, dall'altra θ occasione di allargamento di due famiglie che si incontrano e apertura a rapporti amichevoli e fecondi ... La crocifissione di Gesω θ apice dimostrativo ed effettivo del suo amore per noi. L 'amore vero assume valore in special modo nell' "ora" del sacrificio, e nonostante indichi l'altra persona come amata o amato, stavano infatti presso la croce di Gesω sua madre ...e li accanto a lei il discepolo che Egli amava, apre tutti ad un amore da condividere senza chiusure e gelosie: Donna, ecco il tuo figlio; poi disse al discepolo: Ecco la tua madre. L 'amore benedetto da Dio θ esclusivo per un tu, tanto quanto sa includere tutti a volersi bene e ad accogliersi al di lΰ di ogni diversitΰ e pregiudizio: da quel momento il discepolo la prese nella sua casa, θ amore tra due che diffonde nel mondo luce, pace e gioia.
L'esclusivitΰ dell'amore di coppia apre all'aggregazione Lettura dal Catechismo degli Adulti Sviluppo e pienezza del matrimonio θ la famiglia ... AI suo nucleo essenziale possono aggregarsi altre persone, di solito parenti, dando origine a una considerevole varietΰ di forme storiche. (CdA 509). La famiglia, coppia di sposi, θ spesso anche integrazione delle due famiglie di origine. La maggior parte delle volte, il Matrimonio, θ passaggio da una vita familiare per formare una nuova famiglia. La famiglia di origine non viene annullata, ma in qualche modo si arricchisce di nuovi elementi. Accanto alle famiglie di origine ci sono poi anche le amicizie anch'esse chiamate ad aggregarsi alla coppia ormai nuova famiglia. Un legame che spesso, quello con le famiglie di origine e le amicizie, va integrato in modo maturo, perchι sia di aiuto e di respiro piω ampio agli sposi, ma anche salvi e non intacchi il rapporto e l'autonomia della nuova famiglia domestica.
Oltre la famiglia. .. Cosa succede nei primi mesi di matrimonio? Si comincia ad impostare un lavoro a due, a fissare le regole, non scritte, che orienteranno la vita della nuova famiglia. Gli sposi conoscono bene l'importanza di queste "regole", avendole vissute, insieme a fratelli e genitori, nelle rispettive famiglie di origine. Ora si tratta di trovare nuove consuetudini, di abituarsi ad un modo diverso di stare insieme. Puς sembrare un impegno banale, un'armonia che si costruisce da se ma, in realtΰ, non θ cosμ. E' un vero θ proprio impegno che ha bisogno di attenzione, di amore, di pazienza, di condivisione delle piccole cose, di comprensione dei desideri dell'altro: la vita da fidanzati θ, infatti; molto diversa rispetto a quella da sposati. Facciamo un esempio. Lo sposo ritorna a casa dal lavoro; non vede l'ora di buttare su una sedia la giacca, di togliersi la cravatta e le scarpe per stare piω comodo con una vecchia tuta e le amate scarpe di gomma. La sposa si sveglia, si trucca con cura, si veste e va a lavorare. Quando lo sposo ritorna, lei si θ giΰ messa gli abiti da casa, ha indossato le pantofole e si θ lavata via il trucco dal viso. Riflettiamo: vivendo insieme si θ invertito quello che avveniva prima: da fidanzati ci si preparava, con attenzione, all'incontro con l'altro/a. Ora avviene il contrario: ci si prepara con cura per gli altri e ci si mette "piω comodi" per il proprio partner. E' facile capire che si tratta di un passaggio piuttosto impegnativo. La convivenza familiare non si improvvisa. Non puς essere lasciata al caso o, addirittura, sopportata. E' invece un momento, nuovo ed entusiasmante, che richiede ai due sposi di percorrere insieme, da autentici protagonisti, la strada della vita. Quali sono le difficoltΰ che emergono nei primi tempi del matrimonio: La cura della casa: i panni da lavare, stendere, stirare e rammendare, le pulizie, la manutenzione, le spese, i conti, la denuncia dei redditi... Come vengono ripartiti questi compiti? L'ordine in casa: dove e come mettiamo le nostre cose? Nelle case dei nostri genitori tutto (o quasi tutto) aveva un posto. Ed ora? Ci sono ancora , cose mie e cose tue? L 'alimentazione: chi fa la spesa? Cosa mangeremo stasera e domani? Chi cucina? Chi lava i piatti? Il bagno: riusciremo a condividerlo o dovremo litigare per le abitudini diverse legate all'igiene personale? Il tempo libero, l'uso del telefono, la scelta dei programmi TV ... Gli sposi non sempre sono preparati ad un cambiamento cosμ radicale. Radicale perchι tocca tanti aspetti della vita quotidiana. In realtΰ con il matrimonio si ha meno tempo libero. Si θ piω stanchi. E con la stanchezza viene il nervosismo, una minore attenzione all'altro, il silenzio, l'insoddisfazione. Tutte cose che θ necessario osservare con attenzione, per essere capaci di riconoscerle anche nei comportamenti dell'altro/a. Ed θ normale che si faccia fatica nel passare: da una vita al cui centro c'ero io ... ...ad una vita al cui centro c'θ la relazione con l'altro/ a da una "realtΰ coniugale" immaginata e sognata ... ...ad una "realtΰ coniugale" immersa nella concretezza del quotidiano da una famiglia in cui eravamo serviti ... ...ad una famiglia in cui siamo chiamati a servire L 'amore che si prova per l'altro/per l'altra ora saprΰ guidare verso il dovere da compiersi: la condivisione dell'aiuto reciproco in casa (i tempi sono cambiati, non ci sono piω i compiti della casa che riguardano solo le donne) e la scoperta, insieme, di uno stile di vita che nasce contemporaneamente alla nuova famiglia. Proprio per consentire alla coppia di dedicarsi -con tranquillitΰ- alla ricerca di un nuovo e diverso equilibrio, θ importante che le famiglie di appartenenza non determinino, col loro comportamento, turbative e problemi. I genitori, infatti, continuano a considerare i figli come eterni ragazzi, bisognosi di continuo aiuto ed incapaci di affrontare da soli le prove e le difficoltΰ della vita. Tendono cosμ ad invadere lo spazio decisionale degli sposi, compromettendone la crescita e la maturazione. Non riescono, infatti, a capire e ad accettare che anche gli eventuali errori costituiscono un prezioso patrimonio di esperienza per la futura vita della nuova famiglia. I ragazzi, d'altro canto, pur mantenendo vivi i rispettivi legami affettivi, debbono riuscire a tagliare quel cordone ombelicale che li lega alle famiglie di appartenenza (per questo luomo abbandonerΰ suo padre e sua madre ...). E' questa una condizione irrinunciabile per raggiungere una sana e consapevole autonomia. Ed infine gli amici. Anche loro probabilmente preferivano l'amico/ a non sposato/a, compagno/a di serate in libertΰ. Alcuni di loro sentiranno di aver perso un riferimento, altri avranno un po' di invidia o di indifferenza, altri ancora non cercheranno alcun contatto per non disturbare. .. Anche le amicizie subiscono quindi un assestamento. La coppia, nei primi tempi, tende un po' a chiudersi su se stessa, a diradare i contatti con gli altri... Poi, piano piano, va a cercare quelle persone, gradite ad entrambi, in grado di condividere la stessa esperienza di vita, gli stessi problemi, che non sono piω quelli dei fidanzati. E' importante non isolarsi. Poter parlare, con altri, della nostra vita e delle nostre esperienze ci fa sentire meno soli e ci sostiene nella ricerca delle soluzioni. Sarΰ ancora piω importante farlo quando ci saranno i figli. La condivisione di questa esperienza con altre coppie θ un notevole aiuto. Inizieranno a nascere cosμ le amicizie "della coppia" e non piω delle singole persone. Persone che giΰ si conoscevano o persone nuove.
Mi presento Vivo in quelle coppie che hanno l'ardire di credere di bastare a loro stesse. Allora tagliano presto i ponti con gli amici, lasciano morire i rapporti di amicizia, non rispondono agli inviti, sono convinte che, restando in due, faranno grandi cose e che quindi i legami di amicizia riguardano il passato. Prima o poi perς io andrς a far loro visita. E allora devono sperare che non sia troppo tardi perchι io quando arrivo faccio soffrire, immalinconire. Non vi isolate perciς, lasciatemi fuori dalla vostra casa La solitudine
Domande per il dialogo § Prendo coscienza che l'amore vero assume valore in special modo nell'"ora" del sacrificio? § La scelta di sposarsi θ stata frutto di una scelta inclusiva. Quanto riusciamo a vivere l'apertura agli altri che il Vangelo propone?
Preghiera O Dio, dal quale proviene ogni paternitΰ in cielo e in terra, o Padre, che sei amore e vita, fa' che ogni famiglia umana sulla terra diventi, mediante il tuo Figlio Gesω Cristo, sorgente di divina caritΰ, un vero santuario della vita e dell'amore per le generazioni che sempre si rinnovano. Fa' che la tua grazia guidi i pensieri e le opere dei coniugi verso il bene delle loro famiglie e di tutte le famiglie del mondo.
4. Lindissolubilitΰ: come viviamo le terapie proposte?
Dal Rito del Matrimonio: Dona loro, Signore, di sostenere anche con le opere la casa che oggi edificano. (Benedizione nuziale, I formula, n. 86)
Collaboratori del creatore Lettura del brano Gen 2,18-25 Poi il Signore Dio disse: "Non θ bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile ". Allora il Signore Dio plasmς dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Cosi l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l 'uomo non trovς un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentς; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmς con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. , Allora l'uomo dIsse: "Questa volta essa θ carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerΰ donna perchι dall'uomo θ stata tolta". Per questo l'uomo abbandonerΰ suo padre e sua madre e si unirΰ a sua moglie e i due saranno una sola carne.
Voglio fare un aiuto che gli simile, dice Dio creando la donna. Nonostante la complementare diversitΰ, l'uomo e la donna, sono simili, cioθ sono alla pari, non c'θ supremazia l'uno e sull'altra e viceversa. Mentre gli animali portano un nome e sono diversi, l'uomo e la donna sono della medesima specie, hanno lo stesso valore. E la sorte dei due θ costruire l'unitΰ nella diversitΰ. Per questo l'uomo abbandonerΰ suo padre e sua madre e si unirΰ a sua moglie e i due saranno una sola carne. Gli sposi sono due in una sola carne, ciς che uno fa per l'altra (e viceversa) lo fa anche per se, perchι l'altro ormai θ carne della sua carne. Non trova posto l'ambizione e l'interesse egoistico nella vita degli sposi, ma solo il dono di se all'altro, in collaborazione col Creatore, per poter costruire ogni giorno il Regno di Dio, presente anche nelle mura domestiche e nel pane quotidiano di ogni famiglia.
Il lavoro e le esigenze della vita familiare Lettura dal Catechismo degli Adulti Θ necessario riscoprire e valorizzare pienamente il ruolo della famiglia, comunitΰ intermedia tra individuo e societΰ. Occorre sollecitare la sua responsabilitΰ e sostenere il suo impegno specialmente in campo educativo e assistenziale ... Organizzare il lavoro rispettando le esigenze della vita familiare. (CdA 509). Per come θ organizzata dalla societΰ e per le svariate spinte "ideologiche" la famiglia, propriamente detta, sembra essere in pericolo. Bisogna quindi, dice il catechismo degli adulti: riscoprire e valorizzare pienamente il ruolo della famiglia. Forse in questo nostro secolo si θ fatto un passaggio indebito che inserisce l'individuo nella societΰ, senza farlo passare per la famiglia. L 'individualismo quindi, esperienza che oggi puς esasperare l'egoismo, apre la persona alla realtΰ sociale, o meglio a molte realtΰ sociali, facendogli trascurare la base su cui ognuno si muove: la famiglia. La famiglia θ come "la fonte" da cui la persona si forma ma anche l'obiettivo per cui ogni persona vive... Dimenticando questo la persona diventa sempre piω individua, sola, una tra tanti nella societΰ che non si ritrova nella famiglia, se non in momenti sporadici. Fondamentale θ allora che la famiglia curi la sua formazione (unitΰ, santitΰ, assistenza dentro e fuori di se ...) che nel procreare diventa educazione, e impari a discernere ciς che θ importante (le esigenze dei valori) da ciς che θ urgente (le esigenze della vita pratica).
Il lavoro θ una componente importante nella vita della famiglia. Questo per diversi motivi: 1. il lavoro θ indispensabile per costruire una famiglia. Senza lavoro una famiglia non puς mantenersi. 2. sul posto di lavoro si trascorrono molte ore della propria giornata. Solo questo fatto ci fa capire quanto esso incida nella vita familiare. 3. il lavoro θ anche uno dei luoghi in cui la persona si realizza. Anche se viene prima la famiglia come ordine di importanza, anche il lavoro θ parte della propria vita e della propria vocazione.
Mi presento Nessuno θ perfetto come me. Nessuno riuscirΰ a farvi fare tante cose come faccio io. Vi sfido Piω sono presente in mezzo a voi e piω sarete apprezzati, per non dire invidiati, da molti. Come riconoscermi? E' facile, basta vedere le famiglie super impegnate, che non hanno mai un minuto a disposizione, dove i genitori non hanno il tempo di dialogare con i figli, di giocare con loro, di osservarli, di educarli con calma e con passione senza delegare questo lavoro agli altri. Guardate le coppie in cui lo sposo e la sposa non stanno mai insieme, non riescono a ritagliarsi spazi di assoluta intimitΰ. Contagio i grandi lavoratori, i genitori ambiziosi che riempiono i figli di corsi e sport oltre alla scuola. Mi vergogno a dirlo, ma a volte contagio anche le famiglie impegnate in parrocchia ... L'attivismo
Un tempo non molto lontano ... ...la donna lavorava in casa e l'uomo fuori casa. I ruoli erano facilmente identificabili. Il lavoro dell'uomo veniva pagato, l'uomo poteva trarre soddisfazioni dalla propria professione, portava lui solo il denaro a casa. E' facile capire che questa differenza di vita poneva l'uomo in una posizione predominante. La donna dal punto di vista economico dipendeva dall'uomo. Oggi... ...le donne studiano, lavorano dentro e fuori casa, guadagnano, non si realizzano piω soltanto attraverso la maternitΰ e la cura della casa. E' un cambiamento della societΰ che ha cambiato profondamente i ruoli dello sposo e della sposa anche nella vita quotidiana. Nell'elenco dei valori il lavoro viene dopo la famiglia. Alla famiglia, alla cura dei propri cari va il primo posto, poi la realizzazione personale, il guadagno, l'onesto andare avanti nella carriera. Il mercato del lavoro perς tende a far mettere in secondo piano la famiglia: basta solo vedere come siano piω apprezzati i lavoratori liberi da impegni con i figli, con gli orari vincolati (festivi a casa, orario di lavoro rispettato per riprendere i figli a scuola, difficoltΰ a fare straordinari o trasferte ...). Oggi possiamo dire che viviamo in una societΰ in cui il lavoro θ contro la famiglia: domina il precariato, lo sfruttamento, la preferenza verso chi offre disponibilitΰ ed oblazione assoluta a scapito dei familiari ... Tutto ciς pregiudica la vita di coppia, fa scendere la qualitΰ del tempo che si trascorre insieme, non solo come coppia ma anche come educatori dei propri figli. La coppia non deve permettere che questo avvenga, non deve lasciar logorare l'unitΰ familiare dagli impegni di lavoro e dagli interessi ...
Domande per il dialogo * Coppia uomo-donna: lo stesso valore oppure uno prevale sull'altro? Lo stesso valore va bene, ma l'uomo θ rimasto uomo e la donna, donna? * La famiglia θ ancora mediazione tra individuo e societΰ? Nelle scelte si cura ciς che θ importante (le esigenze dei valori) oppure ciς che θ urgente (le esigenze della vita pratica)?
Preghiera Signore, insegnaci a progredire l'uno per mezzo dell'altro sotto il tuo sguardo, a fare la tua volontΰ tutti i giorni della nostra vita, a sottoporti i nostri progetti, a domandare il tuo aiuto, ad offrirti le nostre gioie e le nostre pene, a guidare a te i figli che ci darai. Signore, tu sei l'Amore; noi ti ringraziamo del nostro amore. Amen.
5. Sessualitΰ e procreazione: le stiamo vivendo alla luce del Vangelo?
Dal Rito del Matrimonio: Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrΰ donarvi e ad educarli secondo la legge di Cristo e della Chiesa? (Interrogazioni, I formula, n. 68) Alla scuola del Vangelo preparino i loro figli a diventare membri della tua Chiesa. (Benedizione nuziale, II formula, n. 86)
La feconditΰ θ benedizione di Dio Lettura del brano Gen. 1,26-28 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creς l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creς; maschio e femmina li creς. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrΰ donarvi? Il "sμ" risposto degli sposi a questa domanda loro posta nel giorno del Matrimonio, sembra essere un'eco alla risposta di Maria all'annuncio dell'angelo: "eccomi ...avvenga di me quello che hai detto". Dietro alla volontΰ, o meno, della coppia di mettere al mondo un figlio, c'θ un progetto misterioso di Dio creatore che chiama alla vita. Il Vangelo esprime l'obiettivo del progetto di Dio: diventare suoi figli nel Figlio suo Gesω, per la nostra redenzione. Ogni bambino, dal concepimento alla nascita, θ voluto da Dio, θ creato da Dio, θ dono di Dio.
La naturale generazione dei figli Lettura dal Catechismo dei giovani Θ nella natura, nella spontaneitΰ del rapporto fra un uomo e una donna che esso sia orientato a generare la vita. Sarΰ dunque autentico se non si chiude per egoismo a questa Capacitΰ; la saprΰ invece amministrare con generositΰ e responsabilitΰ (CdG2 336). Lettura dal Catechismo dei Bambini Dare una casa ad un figlio θ molto di piω che dargli un tetto, un appartamento pieno di comoditΰ. I bambini hanno bisogno di una casa, cioθ di una comunitΰ di persone che si amano, di una famiglia che li aiuti a crescere come persone libere da ogni paura e dipendenza. Questo avviene solo quando si vive quotidianamente in un clima di affetto, di laboriositΰ, di disponibilitΰ e di pace. Θ bello sognare una casa cosi e impegnarsi in coppia a edificarla vincendo le difficoltΰ di ogni giorno. (CdB 50),
L'orientamento a generare la vita θ connaturale in un autentico rapporto di coppia. Nella societΰ odierna da recuperare fortemente θ il concetto di NATURA, che oggi θ stato messo da parte a favore di un egoismo mascherato spesso da un falso buon senso, o dal benessere. Il rapporto di coppia θ naturalmente orientato a generare la vita, anche laddove la sterilitΰ organica sembra renderlo impossibile, l'orientamento a generare spinge comunque la coppia a donare la vita in tanti altri modi. .. E' nella spontaneItΰ del rapporto fra un uomo e una donna che va ricercata la capacitΰ di generare un figlio, sapendo che con il concepimento e l'attesa comincia una nuova e meravigliosa avventura che durerΰ tutta la vita Recuperare il valore della NATURA nella vita familiare, significa vivere pienamente in assonanza con la volontΰ del Dio creatore, ma anche realizzare in pieno l'umanitΰ, che trova la capacitΰ di rapportarsi con l'altro e generare la vita, soltanto recuperando una generositΰ nella gratuitΰ e una ( responsabilitΰ anche nel sacrificio.
Se prima eravamo in due ... Nove mesi sono un tempo di preparazione ad un grande cambiamento nella coppia: ci si prepara a fare posto ad un'altra persona. Sta per concludersi una fase della vita della nuova famiglia, quello della relazione esclusiva dello sposo e della sposa. I giovani sposi chiedono: cambia il modo di amarsi dopo la nascita di un figlio? Sμ, cambia perchι anche l'amore si matura nel tempo. L 'equilibrio della relazione ha, infatti, una sua storia: diversi sono i bisogni e le risorse di una coppia appena costituita rispetto a quelli di una coppia con un figlio o sposata da vent'anni. Il rapporto a due θ messo alla prova dal nuovo arrivo e dal tempo che vede le cose mutare. L 'amore deve sapersi adeguare alle diverse esigenze che la vita insieme richiede. L'arrivo di un figlio costituisce il segno e l'espressione piω forte di questa esigenza di cambiamento.
Il tempo giusto Esiste un "tempo giusto" per avere figli? Rispondiamo cosμ: non esiste un tempo ideale in cui l'arrivo del piccolo non causa problemi, preoccupazioni o disagi. Se poi la coppia aspetta di "essere pronta" per l'arrivo di un bambino, allora, facilmente, pronta non sarΰ mai. La Chiesa parla di "procreazione responsabile", cioθ di serena apertura alla vita come dono di Dio da parte delle coppie di sposi senza perς essere incoscienti o irrazionali. Deve essere chiaro che per la coppia l'arrivo di un figlio porterΰ gioia ma anche preoccupazione, darΰ soddisfazioni ma segnerΰ la fine, per diversi anni, del tempo libero, farΰ inorgoglire ma a prezzo di fatica quotidiana. Questo θ segno dell'amore: una coppia che sta bene anche da sola e si apre alla vita vuoI dire che lo fa per amore, per amore non di se stessa ma di un figlio. Tanti sposi credenti possono testimoniare come l'arrivo di un figlio sia percepito immediatamente come miracolo, come dono, come presenza di Dio nella coppia. Questo ha moltiplicato il loro affetto, il loro desiderio di ricambiare amore per il grandissimo dono ricevuto.
Mi presento Ho svuotato le culle di tutta Europa, vi ho reso una terra di anziani, ho fatto credere che avere un figlio fosse innanzitutto una grande preoccupazione. Sapete com'θ: il mondo θ brutto e pericoloso, soprattutto di questi tempi. ..E cosμ ho mandato le coppie a comprare gli anticoncezionali, ho detto che fare l'amore e avere figli erano due cose distinte, separate. Ho distratto i governi e gli amministratori che non hanno pensato a delle politiche che potessero favorire le nascite. Cosμ ho portato meno stupore negli uomini e nelle donne, meno felicitΰ, meno ringraziamθnti a Dio per il miracolo della vita. La paura
Domande per il dialogo § Il "sμ" a generare un figlio, θ solo rivolto al "tu" nella coppia oppure θ anche riposta positiva al dono di Dio? § Recuperare il concetto di NATURA nel tempo odierno non θ facile, quello che manca spesso θ la convinzione. Come recuperare una giusta capacitΰ di rapporto aperta alla vita, quindi alla generositΰ e alla responsabilitΰ?
Preghiera O Signore, Padre nostro, con quanta gioia ci siamo accorti che una vita nuova si θ accesa tra noi. Ti ringraziamo di questo dono meraviglioso con il quale ci hai resi partecipi della tua divina paternitΰ. Tu sai di quanta trepidazione sia piena l'attesa. Ti preghiamo: sorveglia e proteggi questa piccola e delicata vita, questo corpo e quest'anima ancora pieni di mistero, perchι giunga sana alla luce del mondo e alla rinascita del battesimo. Madre di Dio, affidiamo questo bambino al tuo cuore di mamma.
6. Come viviamo il servizio nella comunitΰ?
Dal Rito del Matrimonio: Fratelli e sorelle, ci siamo riuniti con gioia nella casa del Signore ... In quest'ora di particolare grazia siamo loro vicini con l'affetto, con l'amicizia e la preghiera fraterna. (Memoria del Battesimo, n. 52)
La famiglia dei credenti Lettura del brano M t 12,48-50 In quel tempo, Gesω disse: "Chi θ mia madre e chi sono i miei fratelli? ". Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perchι chiunque fa la volontΰ del Padre mio che θ nei cieli, questi θ per me fratello, sorella e madre ".
La famiglia di Gesω: sua madre, i suoi parenti nella carne e tutti coloro che fanno la volontΰ del Padre suo. E' una famiglia, quella di Gesω, allargata ai fratelli nella fede, ma anche innalzata al Padre suo. Il cristiano θ chiamato a vivere la stessa realtΰ di familiaritΰ di Gesω. Da una parte i parenti effettivi, ma poi anche i fratelli in Cristo, resi tali perchι ci riconosciamo tutti figli dello stesso Padre che θ nei cieli. La vita vissuta in rapporto con la grazia di Dio, trova necessariamente l'affetto, l'amicizia e la preghiera di altri fratelli.
La famiglia, Segno e riflesso dell' Amore trinitario Lettura dal Catechismo degli Adulti ...la famiglia cristiana si pone come segno e riflesso dell'Amore trinitario e come attuazione originale e immagine della Chiesa, tanto da meritare il nome di "chiesa domestica" o 'Piccola chiesa". ...partecipa alla vita e alla missione della Chiesa, ricevendo e trasmettendo l' amore di Cristo, credendo ed evangelizzando, dialogando con Dio e servendo 1 'uomo. (Cd4 511). La comunione tra l'uomo e la donna, uniti in matrimonio, θ immagine di Dio: a sua immagine li formς", maschio e femmina li formς (Gen. 1,7). La comunione θ immagine di Dio, perchι Lui θ innanzitutto comunione d'amore trinitaria. La Chiesa θ "creata" ad immagine di questa comunione, come l'unione sponsale tra uomo e donna: ecco perchι la Chiesa θ detta anche sposa di Cristo. L 'immagine del Dio di comunione θ quindi riflessa nella Chiesa, come nella famiglia; anzi, la Chiesa θ Famiglia di famiglie. .. E la famiglia, nella Chiesa, arricchisce se stessa sia dei doni dello Spirito, sia in un continuo rinnovamento e accrescimento umano. La famiglia trova perciς nella comunitΰ ecclesiale una Famiglia di famiglie radunate nel nome di Gesω, momento non solo di ristoro spirituale personale, ma rinvigorimento e rinforzamento del legame iniziato dal matrimonio. Nella comunitΰ ecclesiale la famiglia trova se stessa e l'opportunitΰ di poter passare anche attraverso le difficoltΰ della vita condividendo non solo i problemi, ma anche la stessa missione della Chiesa: l'evangelizzazione.
Perchι si dice che la famiglia θ una piccola Chiesa? La famiglia nata dal sacramento del matrimonio θ una piccola Chiesa perchι in essa θ presente il Signore. E' presente nell'amore dei due sposi che si sono uniti tra loro per sempre con il matrimonio sacramento. E' "piccola" perchι sa di non essere una realtΰ compiuta, che sta da se, ma θ parte di una famiglia piω grande che θ la Chiesa locale, a sua volta parte della Chiesa universale. Perchι esiste la Chiesa? Perchι Gesω ha voluto che i cristiani fossero sempre uniti tra loro nell'unitΰ con lui. Alla Chiesa, a tutti i cristiani insieme quindi, ha chiesto di annunciare il vangelo ad ogni creatura, ha chiesto di pregare il Signore Dio e di mettersi al servizio del prossimo. Anche le famiglie cristiane sono invitate da Gesω a fare questo. E sono chiamate a farlo secondo i modi e i tempi che le sono propri.
La famiglia annuncia il vangelo al mondo che la circonda Chi ha ricevuto la buona notizia che Dio θ il Signore, che ha mandato suo Figlio Gesω in mezzo a noi e che ci ha salvati attraverso la Sua Morte e Resurrezione non puς fare altro che annunciarlo a tutti. Questa θ davvero una buona notizia! E' un annuncio gioioso che libera dalla paura della morte e infonde la speranza. Per prima cosa la famiglia evangelizza se stessa, perchι la speranza non le manchi mai. Lo fa leggendo e meditando la Parola di Dio con la Bibbia in mano, magari per leggere le letture della messa domenicale. I genitori hanno poi il compito bellissimo di educare i figli alla fede. Nello stesso tempo la famiglia annuncia il vangelo a chi le sta vicino. Due sposi che si amano, si rispettano, sono fedeli l'uno con l'altro sono giΰ la prova che le parole del Vangelo sono vive. La buona notizia dell'amore di Dio deve essere il motore quotidiano della famiglia. Compiere il proprio dovere in casa, con parenti e amici, sul luogo di lavoro. ..vale piω di mille parole pronunciate ma non vissute.
La famiglia prega La maggior parte di noi ha imparato in famiglia le preghiere ed ha imparato a pregare, a considerare cioθ la presenza del Signore nella propria vita, chiedendogli aiuto nelle necessitΰ, perdono quando si sbaglia e lodandolo e ringraziandolo per tutti i suoi doni. La preghiera non θ l'ultimo rifugio quando non si hanno altre strade, ma θ la consapevolezza di vivere assieme al Signore. Quindi le occasioni liete e tristi vanno vissute alla presenza di Dio. Ogni famiglia ha i suoi modi ed i suoi tempi per pregare il Signore. C'θ chi prega assieme ai figli prima di iniziare la giornata o alla conclusione. Ci sono famiglie che trovano l'orario dei pasti o alla domenica la migliore occasione in cui si θ tutti insieme. E' bello dare valore alle tante feste che accompagnano l'anno, guidando la famiglia a vivere ciς che ha fatto il Signore per noi. Il sacramento della Comunione aiuta la famiglia ad essere ancora piω unita perchι conferma il legame indissolubile degli sposi nel sacramento del matrimonio e li aiuta nell'educazione dei figli. La Penitenza aiuta la coppia a correggere gli errori e le colpe commesse, traendo forza dalla Grazia per non cadere nei soliti sbagli. I genitori preparano ai sacramenti i loro figli. I catechisti che preparano alla prima Comunione e alla Cresima sono solo collaboratori in una educazione alla fede ben piω incisiva che θ propria dei genitori cristiani.
La famiglia al servizio La famiglia cristiana θ il primo luogo in cui l'annuncio del Vangelo della caritΰ puς essere da tutti vissuto e verificato in maniera semplice e spontanea, nel rapporto tra marito e moglie, tra genitori e figli e tra le diverse generazioni. E' bellissimo l'amore tra due sposi, chi lo ha sperimentato lo sa bene, ma questo amore non puς chiudersi in una sfera, diverrebbe un "egoismo a due. Giΰ diventare padre e madre rompe questa sfera e fa traboccare l'amore al di fuori della coppia. Ogni famiglia deve impegnarsi ogni giorno a vivere nell'amore, gareggiando nel servizio gli uni per gli altri. La famiglia non puς essere il luogo dell'egoismo, del lasciarsi andare, la famiglia deve essere il primo luogo in cui ci si sente chiamati da Dio stesso a dare amore e poi ancora amore. Cosa puς fare una famiglia per le altre famiglie La vita familiare attraversa delle fasi diverse. Si θ in due, ci si dedica alla cura dei figli piccoli, i figli sono grandi, ci sono gli anziani genitori, si θ diventati nonni... molte sono le possibilitΰ per rispondere alla chiamata di Dio che ci vuole famiglie aperte alle necessitΰ degli altri. A ciascuna famiglia la scelta: Pregare il Signore perchι ci aiuti a vivere come famiglie fedeli, uniti, disposti al sacrificio... Chiedere aiuto a Dio per l'educazione dei figli.
Vivere come famiglia i valori cristiani, perchι prima di ogni parola conta la testimonianza. § Studiare, leggere, tenersi informati aggiornati e preparati sui temi della famiglia, la morale, la bioetica ...per rispondere alle domande che quotidianamente affiorano. § Diffondere una cultura a favore della famiglia anche attraverso i discorsi -- informali che facciamo ogni giorno. § Sapersi guardare intorno e chiedersi: cosa posso fare per le famiglie che ho vicino? Parenti, amici, genitori degli amici dei figli, colleghi di lavoro, vicinato ... § Impegnarsi in parrocchia, oppure entrare in un'associazione di famiglie che si occupi di famiglie in difficoltΰ. .Adottare un bambino "a distanza". § Avere cura di vivere nel rispetto della natura, con l'occhio attento a scelte commerciali che non mortificano le regioni povere del mondo.
Domande per il dialogo § Una famiglia aperta al rapporto con Dio che θ Padre, θ famiglia che si integra con altre famiglie nella Chiesa. Nel quotidiano, come tentar di vivere tutto questo? § Quale collocazione trova la nostra famiglia all'interno della comunitΰ e della missione ecclesiale?
Preghiera Signore, tu ci hai chiamato a fondare insieme questa famiglia; dacci la grazia di animarla con il tuo amore: sia famiglia confortevole per coloro che vivranno in essa, sia accogliente per coloro che ad essa verranno.
Per coppie con bambini piccoli
1° incontro Abbiamo molto in comune, fondiamo delle nuove amicizie
In questo nostro primo incontro dellanno θ opportuno confrontarci sulle finalitΰ che ci proponiamo nel partecipare ad un cammino di spiritualitΰ familiare.
Quali sono perciς le tue aspettative iniziando questo gruppo? .
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Quali sono delle attivitΰ che ti piacerebbe fare per crescere, insieme ai tuoi figli, nella fede e
nellattenzione agli altri? ..
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Possiamo cosμ stabilire degli obiettivi di conoscenza e di aiuto reciproco tra di noi, di approfondimento della fede vissuta in coppia, del miglioramento del nostro essere genitori cristiani
2° incontro Per noi adulti: libertΰ e coerenza Per i bambini: educazione con regole o a richiesta?
Confrontiamoci anzitutto sul nostro cammino di adulti, perchι leducazione dei figli ha la sua base nel nostro comportamento e nel nostro esempio.
Il primo passo θ essere persone mature, cioθ libere. Libero non significa faccio ciς che voglio, ma non sono schiavo di nulla. Come si manifesta allora la mia libertΰ da:
beni materiali (li posseggo, li uso, ma non sono loro che gestiscono la mia vita) .
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abitudini sbagliate (che sono pesanti per gli altri, oltre che per la mia maturitΰ)
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Confrontiamoci poi sulle nostre scelte nelleducazione dei figli. Quali sono le ragioni a favore di una educazione con delle regole chiare? .
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e quelle a favore di una educazione libera, che assecondi i desideri del bambino? .
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3° incontro Per noi adulti: come viviamo la nostra appartenenza alla comunitΰ cristiana?Per i bambini: come possiamo far conoscere loro la chiesa come casa dellamico Gesω e come comunitΰ?
Non esiste il cristiano a modo mio, perchι il cristiano θ di sua natura a modo Suo. Non esiste perciς un cristiano battitore libero, ma solo uno facente parte della comunitΰ della Chiesa. come me ne sento parte? Quali aspetti della Chiesa non mi piacciono, e vorrei cambiare? Quali criteri uso per proporre questi cambiamenti?
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Vogliamo che i nostri bambini siano cristiani, perciς parte della Chiesa. Il primo passo θ far loro conoscere la Chiesa edificio) come casa dellamico Gesω. Come lo stiamo abituando a questo?
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Il secondo passo θ farlo sentire parte di una comunitΰ. Riusciamo a testimoniargli ed a trasmettergli questo bisogno?
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Incontro del 18 aprile Per noi adulti: come lamicizia di Gesω ha cambiato la mia vita?Per i bambini: come insegnare che devono essere amici di Gesωvivendo le Sue proposte di amore?
Vivere da cristiani significa innestare la nostra vita in Cristo come un tralcio nella vite, dunque significa permettergli di impostare la nostra vita in un modo nuovo. Θ utile allora confrontarci sul come la nostra vita θ cambiata, dopo lincontro maturo e libero con Gesω .
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Anche a i bambini dobbiamo trasmettere questa certezza: che Gesω li stima, e si attende delle cose belle da loro. Θ importante non far pesare limpegno (essere buoni non θ brutto, da sfigati, perchι gli altri si divertono, mentre io devo stare buono; ma θ un modo di crescere con piω gioia, perchι posso far del bene agli altri, oltre che stare meglio io. Quali passi adottiamo per trasmettere ciς ai figli?
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Ultimo aggiornamento: 20-02-14