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Archivio documenti ed attività per
(domenica 6 ottobre 2013 - XXVII del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 2 Timoteo 1,6-8.13-14
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Il ruolo del Vescovo e del Presbitero nella comunità cristianaAnche se non è ancora presente nella Parola di Dio questa distinzione, fin dall’inizio della Chiesa abbiamo delle testimonianze della presenza di Vescovi e Presbiteri nelle comunità (vedi in particolare le lettere di Ignazio di Antiochia, per esempio la Lettera alla Chiesa di Tralle III,1 che dice: Similmente tutti rispettino i diaconi come Gesù Cristo, come anche il vescovo che è l’immagine del Padre, i presbiteri come il sinedrio di Dio e come il collegio degli apostoli. Senza di loro non c’è Chiesa). Vediamo così che il Vescovo è il successore degli Apostoli, parte del Magistero della Chiesa, centro della sua comunità Diocesana, nella quale ha il compito di santificare, insegnare e servire. Il presbitero partecipa di parte di questi impegni episcopali, e rappresenta il Vescovo, unico responsabile ultimo della pastorale diocesana, nelle piccole comunità (le parrocchie). Si diventa parte di questi due corpi ecclesiali attraverso il Sacramento dell’Ordine, che ha tre gradi: Diaconato, Presbiterato ed Episcopato.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Carissimo, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani: Paolo ha “imposto le mani su Timoteo”, cioè lo ha ordinato Vescovo, ma questa consacrazione deve continuamente essere ravvivata, perché i doni del Signore sono sempre soggetti alla nostra libertà che cambia nel tempo Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza: l’apostolo deve essere coraggioso, non “timido” cioè incapace di prendere posizione a favore del Signore contro il male. Ciò sempre con amore (mai perciò si prende posizione contro chi sbaglia, ma solo contro l’azione sbagliata) e con il buon senso che aiuta a prendere le decisioni giuste per il bene di tutti Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio: è facile vergognarsi di ciò che si deve dire, quando si percepisce ostilità da parte dell’ascoltatore. Ed è facile vergognarsi della croce, sia di Gesù che dei Suoi apostoli, perché come sempre la croce è “scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani” Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono in Cristo Gesù: Paolo insiste perché Timoteo ricordi i suoi insegnamenti, sicuro che questi non sono altro che la Parola di Gesù trasmessa fedelmente Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito santo che abita in noi: lo Spirito Santo, donato nella consacrazione episcopale, è la garanzia della possibilità di tenere vivo questo deposito di verità e di amore che il Signore gli ha donato
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § So ravvivare continuamente in me la fede e le scelte di vita secondo il Vangelo? § Ho il coraggio di testimoniare, oppure ho vergogna della Parola e della Croce di Gesù
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Guardo con gioia i doni che ho ricevuto, ed immagino una vita tutta spesa a svilupparli per la mia santità e per il bene dei fratelli. E lascio che la gioia di questa visione riempia la mia vita, tanto da decidere di viverla sempre più così
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a testimoniare la Parola in ogni circostanza
(domenica 20 ottobre 2013 - XXIX del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 2 Timoteo 3, 14 - 4, 2
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) La rivelazione (Bibbia, parola trasmessa, Magistero) Nella Chiesa si è sempre affermato che la Rivelazione non è data solo dalla Bibbia, come afferma Lutero, anche se questa è la fonte principale e la garanzia di base e di immutabilità. La Rivelazione ha la Sua fonte anche nella Tradizione, cioè negli scritti dei Padri della Chiesa e dei teologi di tutti i tempi, che assicurano la conoscenza della fede viva, che in ogni epoca si adegua al linguaggio ed alle culture, senza mai tradire la Parola Biblica. Bibbia e scritti ecclesiali possono essere interpretati e letti a modo proprio, e proprio per evitare questo, ma per arrivare sicuramente alla mente di Cristo e degli autori biblici, il Magistero ha avuto il mandato da Gesù di essere il garante della lettura autentica, non interpretata, della Parola.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Carissimo, rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: la verità si conosce, ma deve sempre essere tenuta viva dalla riflessione, dalla contemplazione e dallo studio. Conoscerla dall’infanzia è un vantaggio, perché fa parte dell’imprinting, ma non è sufficiente per la vita, perché questa è una scelta continua queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù: base della nostra conoscenza della verità e della bontà delle nostre scelte morali è la Parola di Dio, unica fonte di sicurezza e di speranza Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona: una delle più belle spiegazioni dell’importanza e dell’utilità della Bibbia. Anzitutto è verità, dunque serve come base del nostro insegnamento; poi è forza dello Spirito, e perciò serve per convincere ogni persona della bellezza e della grandezza del Signore; poi è luce dello Spirito, e perciò serve per insegnare il bene e per correggere il male; infine è amore dello Spirito, e perciò serve per indicarci la via per costruire la nostra santità Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina: questa Parola deve sempre essere annunciata, sapendo cogliere ogni occasione, anche quelle che potrebbero sembrare più strane o inutili; ogni persona deve avere l’opportunità di conoscerla bene, e compito di ogni cristiano (tanto più del Consacrato dal Sacramento dell’Ordine) è quello di trasmetterla
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Posso dire di conoscere la Parola di Dio tanto da saperne parlare? § So meditare la Parola di Dio, mettendola come base per le mie scelte quotidiane di vita? § Ho il coraggio di annunciare la Parola di Dio, sempre con il mio atteggiamento ed in ogni occasione possibile anche parlandone?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino per un po’ di tempo la mia vita tutta vissuta secondo la Parola di Dio (santità nelle mie scelte quotidiane; capacità di testimoniarla e di annunciarla parlandone…) e lascio che la gioia di questa visione riempia la mia vita, tanto da spingermi a decidere di vivere realmente alla luce della Scrittura
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno ancora a testimoniare la Parola in ogni circostanza, con la vita e parlandone con coraggio
(domenica 27 ottobre 2013 - XXX del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 2 Timoteo 4,6-8.16-18
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) La morte nella vita cristianaLa più grande paura dell’uomo, cioè la morte, trova nelle religioni un po’ di pace perché aprono all’uomo una speranza in un al di là di piacere. Gesù invece non ci presenta questo appagamento di un desiderio di piacere infinito ed eterno, ci assicura una vita eterna con l’amore della Trinità, ma nega ogni piacere materiale (nella vita eterna non ci si sposa, dice in Mt. 22,30). La morte allora per Gesù è solo il passaggio da questa tappa terrena dell’unica vita che ci ha donato, alla tappa eterna, nella quale saremo con il Padre che ci accoglierà nel suo amore. Che ci sia nell’essere umano la paura della morte è naturale, perché, nonostante la fede, resta pur sempre un salto nel buio; per assicurarci della naturalità di questa paura, Gesù stesso ha voluto subire questa umiliazione umana, nell’Orto degli Olivi.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Carissimo, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele: un atteggiamento ammirevole davanti alla morte, che diventa modello per tutti i lettori. Paolo ha coscienza che sta per essere martirizzato, ma è sereno come uno che sta per partire per una gita di piacere Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede: al termine della propria vita, l’importante è aver mantenuto la fede (“quando tornerò, troverò ancora fede sulla terra?”, chiede Gesù in Lc. 18,8), cioè un rapporto con Gesù nella Sua Parola, nei Sacramenti e nel servizio dei fratelli Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione: se questa fede è mantenuta, la conseguenza non potrà essere che una vita eterna con l’amore infinito. è quello che Paolo chiama “corona di giustizia”. Siamo certi che ciò avverrà, perché Dio è giusto (mantiene cioè le promesse). Paolo ci assicura che quanto vale per lui, naturalmente vale per ogni persona che mantiene la fede integra Cerca di venire presto da me, perché Dema mi ha abbondonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Efeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene: uno spaccato di vita quotidiana di Paolo; ci sono problemi con persone che non lo amano; dispiacere per persone che lo hanno lasciato, per scelta o per lavoro; bisogni materiali, come il mantello o le pergamene dimenticate… Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione: tra le persone con cui ha problemi, accenna in particolare a questa, senza rancore, senza maledizioni, ma solo constatando che, se non si converte, dovrà portare le conseguenze del suo egoismo. Non gli vuole fare del male, ma vuole mettere in guardia i lettori contro di lui, perché propone delle idee errate Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli: anche nella solitudine materiale, sappiamo che il Signore è sempre con noi con la Sua forza, e ci aiuta a fare del bene anche se tutti ci fanno del male (questo è l’equilibrio cristiano, che non rende male per male)
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Quale atteggiamento ho di fronte alla morte? § Penso più alla fede da mantenere, che alle realtà materiali che dovrò lasciare? § Ho fiducia che il Signore mi è sempre vicino, e mi accoglierà nel Suo amore in Paradiso?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino la mia vita come quella di Paolo, piena di fiducia anche di fronte alla morte, all’abbandono delle persone care, alle difficoltà materiali. E riempio la mia anima della gioia di questa contemplazione, in modo da decidere di vivere così ogni mia giornata.
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a guardare con gioia la mia vita, anche nella solitudine e nell’abbandono da parte delle persone care
(domenica 10 novembre 2013 - XXXII del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 2 Tessalonicesi 2, 16 - 3, 5
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) La fedeltà di DioUna delle caratteristiche più belle di Dio, quella su cui si basa la nostra fiducia assoluta in Lui, è la Sua fedeltà, cioè la certezza che mantiene le promesse, perché la Sua Parola è Parola di verità eterna. Se una persona mantiene sempre le sue promesse nei nostri riguardi, noi ci fidiamo di lei ed attendiamo con serenità l’attuazione della sua promessa. Viceversa se una persona di solito non le ha mantenute, davanti ad una nuova promessa siamo molto titubanti, ed attendiamo di vederne l’attuazione prima di crederci. Tutta la Bibbia è il racconto della fedeltà di Dio, dell’attuazione puntuale delle Sue promesse. La nostra fiducia allora è riposta certamente in buone mani.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene: la Trinità ci offre i Suoi doni, che sono l’amore, la consolazione (opera dello Spirito, che è proprio il Consolatore), la speranza (la certezza che Lui sarà sempre con noi e sarà più forte dei nostri problemi), la possibilità di donare a tutti parole ed opere di testimonianza Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi: a Paolo interessa anzitutto che la Parola si diffonda. Tutta la sua vita è dedita a questo scopo, e dunque questo desiderio viene prima della sua stressa salvezza fisica Non di tutti infatti è la fede: nonostante il suo desiderio ed il suo lavoro per la diffusione della Parola, sa che la fede non è stata accolta da tutti, sia perché non tutti l’hanno conosciuta, sia perché qualcuno l’ha rifiutata Ma il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno: chi la accetta sa però di godere dell’aiuto del Signore di fronte ad ogni tentazione (nessuna tentazione ci fa paura se siamo con Lui, perché Lui è il Creatore, Satana è una creatura) E riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore, che quanto vi ordiniamo già lo facciate e continuiate a farlo: Paolo insegna, ma poi non ha potere sulle scelte delle persone. ha perciò solo la fiducia che ognuno continui a vivere i suoi insegnamenti Il Signore diriga i vostri cuori nell'amore di Dio e nella pazienza di Cristo: e questa fiducia si basa sulla certezza che il Signore è la guida e la forza dei suoi figli spirituali. Il suo insegnamento è importante, ma di più lo è la grazia di Dio
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § come accolgo i doni di Dio nella mia vita? § Metto al primo posto dei miei desideri la diffusione della Parola di Dio?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino di essere a Tessalonica, e di leggere questa lettera rivolta a me. Sento che Paolo si augura che io continui a vivere quello che mi ha insegnato. Mi fermo allora a contemplare come sarebbe la mia vita se fosse realmente tutta vissuta alla luce di questi insegnamenti, e gioisco nel vederla così bella e così utile agli altri, tanto da decidere di viverla realmente così.
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a mettere al primo posto nella mia vita il desiderio e l’impegno perché la Parola di Dio possa raggiungere ogni persone intorno a me
(domenica 24 novembre 2013 - Cristo Re dell’Universo)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: Colossesi 1, 12-20
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Cristo, capo della ChiesaIl concetto, spiegato a lungo nella lettera ai Corinzi (1Cor. 12,12-27), qui è solo accennato come già conosciuto dal lettori: la chiesa è un corpo nel quale noi siamo le membra, ed il Capo è Cristo. Conseguenza per la nostra vita è anzitutto la concezione della Comunione dei Santi, cioè di quell’unione in Cristo ed in un unico corpo, per cui ogni mia buona azione è a vantaggio di tutti, così come ogni mio peccato è a discapito di tutti. Altra conseguenza è la comprensione di Gesù come capo di questo corpo, per cui il corpo è santo nonostante i limiti delle membra (possiamo dire con serenità: “credo la Chiesa santa”!). Conseguenza morale è perciò il nostro impegno di comportarci in modo degno di questo Capo.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Fratelli, ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce: atteggiamento di ringraziamento verso Dio per i Suoi doni, in particolare perché ci permette di essere nella Sua luce, santi tra i santi È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati: umanamente saremmo nelle tenebre, perché il peccato ci oscura la vista, ci fa credere bene ciò che è male e viceversa, mente nel Regno di Cristo c’è la luce che ci permette di superare il peccato (l’egoismo) e vivere nell’amore Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura: Gesù è l’origine della nostra salvezza. Lui è della stessa natura del Padre, Dio come il Padre, eterno come il Padre poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui: è attraverso la Sua Parola (il Figlio) che Dio ha creato tutto. Il Figlio è eterno (precedente ad ogni creatura) e tutto è stato creato in vista della Sua Incarnazione, perché Lui è il punto culminante della storia. Tutto ciò che esiste ha senso perché c’è Lui che rende santa ogni cosa Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose: nella comunità della Chiesa poi Lui è il capo, perché un corpo (e noi siamo le membra di questo corpo) ha bisogno di un capo, e come tale è anche il nostro modello, Colui che per primo vive ciò che promette o ciò che chiede Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli: Gesù è il centro del mondo anche a causa della Sua Croce, cioè del dono completo di sé all’umanità. La Sua Croce è il mezzo per cui tutte le creature trovano la pace in Dio (cioè il mezzo di misericordia di Dio verso l’umanità e di santificazione di ogni persona)
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § So vivere nel ringraziamento continuo al Padre per i Suoi doni? § So vivere nella gioia sapendo che Dio è diventato uomo per me, ed è presente sempre nella mia vita? § Riconosco Gesù come io capo, e vivo conseguentemente alla luce della Sua Parola?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola. 5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione. 6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino di essere parte del corpo di cui Gesù è il Capo. Immagino la mia vita vissuta insieme a Lui, alla luce della Sua Parola, nella gioia di una presenza continua della Sua forza e del Suo amore. E lascio che questa gioia pervada tutta la mia vita, per decidere di vivere sempre così, pieno del Suo amore e della Sua pace
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a vivere sempre alla luce della Parola di Dio
(domenica 8 dicembre 2013 - Immacolata Concezione)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: Efesini 1, 3-6.11-12
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) L’uomo, figlio adottivo di DioA Paolo piace questa immagine, che presenta Gesù come Figlio del Padre secondo natura, e l’uomo come Suo figlio adottivo. È un’immagine chiara che ci fa capire anzitutto l’amore infinito di Dio per noi perché, avendoci adottati, ci ama realmente come figli. Ci fa poi capire anche l’assurdità di questo amore infinito, che fa sì che il Padre dia la vita del Figlio secondo natura per la salvezza del figlio adottivo. La vita cristiana ha qui la sua base: accogliere questo amore assurdo ed infinito, e rispondere con un amore pieno al massimo delle nostre possibilità umane.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Fratelli, benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo: “Benedire” (= dire bene di …) Dio significa considerarlo per quello che è, il Padre di Gesù ed il Padre nostro, Colui che ci riempie dei Suoi doni spirituali In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà: il dono principale qui ricordato è la Sua chiamata fin dall’eternità ad essere Suoi figli adottivi, amati come il Figlio naturale, anzi, per i quali dona la vita del Suo Figlio naturale. E, i quanto Suoi figli, ci chiama alla santità della vita, ad una vita nella gioia e nell’amore alla luce della Sua Parola E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia: è in Gesù che ci ha donato la Sua misericordia, perché la Croce di Gesù è il segno massimo dell’amore del Padre per noi. attraverso di essa ci fa capire la ricchezza di questi doni Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: ci fa capire la grandezza dei doni, perché non vuole che siamo nelle tenebre, nel “mistero”, ma vuole che lo comprendiamo per vivere nella Sua pace, nella gioia, nella fiducia nella Sua fedeltà e nella Sua paternità il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra: il Padre ha un disegno di amore, quello di riassumere tutto in Gesù, in modo che tutto sia santificato attraverso la Persona del Figlio, segno infinito dell’amore infinito del Padre In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo: in quanto figli adottivi siamo eredi dell’amore del Padre, coeredi di Gesù perché come Lui siamo figli. Siamo chiamati perciò a condividere la gloria del Padre, se viviamo con Gesù tutta la nostra vita.
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Mi sento figlio adottivo di Dio, e vivo conseguentemente unito a Lui? § So di essere santificato attraverso il dono di Gesù, e so essergli vicino in tutta la mia vita? § Permetto al Padre di ricapitolare tutto in Gesù, intanto essendo io per primo segno di questa “ricapitolazione”?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino la mia vita “ricapitolata” in Cristo, cioè totalmente abbandonata in Lui. Immagino le conseguenze di questo atteggiamento nella gioia, nella libertà, nella pace del cuore… e lascio che questa immagine riempia il mio cuore, in modo che tutta la mia vita ne sia illuminata
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a vivere realmente come figlio adottivo di Dio, in tutte le mie scelte quotidiane
(domenica 22 dicembre 2013 - IV di Avvento)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: Romani 1, 1-7
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) I Romani, santi per chiamataPaolo scrive questa lettera ai Romani prima di venire nella nostra città, per presentarsi alla Chiesa di Roma, in modo da essere accettato nella sua predicazione. È l’unica lettera così importata, perché tutte le altre sono invece scritte a comunità da lui fondate, per ravvivare le loro fede e la loro adesione a Gesù. in questa lettera parla dei romani come “chiamati alla santità”. È naturale che tutti gli uomini, in particolare tutti i cristiani, sono chiamati alla perfezione, come chiede il Vangelo (Mt. 5,48), ma sottolineandolo così esplicitamente, Paolo dice che i Romani hanno una chiamata particolare, quella di essere testimonianza di questa santità, perché essendo la loro chiesa nel centro del mondo (così era Roma al tempo dell’Impero), tutte le altre guardano a loro come modello. È per noi un invito, perché ancora oggi, a livello cattolico, Roma è il centro, e dunque tutte le chiese guardano a noi. Quale esempio prendono dalla nostra comunità?
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione: Paolo ha dedicato tutta la sua vita a Gesù, e dunque quando pensa a se stesso non può che vedersi come “apostolo”, inviato da Gesù diffondere la Sua Parola prescelto per annunziare il vangelo di Dio, che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture: Gesù ha portato nel mondo una buona notizia, quella che Dio è Padre e ci ama in modo infinito, tanto da mandare il Figlio per noi. Paolo non è che il messaggero, il megafono che diffonde questa buona novità riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore: Gesù è il centro della predicazione di Paolo, perché è il Figlio eterno del Padre, conosciuto come tale da tutti attraverso la Sua Resurrezione Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo nome; e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo: è Gesù che lo ha chiamato, e lo scopo del suo apostolato è quello di portare tutte le genti (perciò anche i pagani, e non solo gli Ebrei) alla fede. I romani, provenienti dal paganesimo, hanno la gioia di essere tra questi chiamati alla fede A quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo: infatti i Romani sono chiamati alla santità. Lo sono tutti, ma per i Romani c’è un aspetto particolare, dovuto alla testimonianza che devono dare a tutti i popoli, essendo essi nel centro del mondo, dunque più sotto gli occhi di tutti
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § La chiamata per ogni cristiano è anche all’apostolato. So viverlo come una realtà costitutiva del mio cristianesimo? § Mi sento chiamato doppiamente alla santità, in quanto cristiano, come tutti, in quanto romano, come testimone particolare per tutti i popoli?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Penso a Dio che mi chiama ad una santità particolare, e poi immagino la mia vita santa, sia nella mia quotidianità, sia nella testimonianza che offro a tutti. Questa immagine deve illuminare tanto la mia vita da farmi decidere di viverla sempre così
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a vivere in modo conforme a questa duplice chiamata di Dio, personale e di testimonianza al mondo intero
(domenica 12 gennaio 2014 - Battesimo del Signore)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: Atti 10, 34-38
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Gesù è venuto per tutti (l’accoglienza nella comunità cristiana) Il primo, grande problema teologico che ha dovuto affrontare la Chiesa primitiva è quello dell’accoglienza dei pagani nella comunità. Paolo darà un aiuto consistente alla soluzione positiva del problema, ma anche Pietro aveva già iniziato questo cammino, aiutato dallo Spirito Santo. Si rende conto che Gesù aveva accolto tutti, anche i pagani ed i peccatori, e dunque la Sua comunità non poteva avere il cuore e le porte chiuse. Approfondendo questa riflessione, la Chiesa ha capito sempre di più che la sua missione è quella di accogliere tutti, senza alcun tipo di discriminazione. Questa accoglienza diventa il più bel segno della realtà stessa del Padre che nella Sua stessa natura ha l’amore e l’accoglienza per tutti i figli.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto: Dio non ha scelto un solo popolo per portare la salvezza. Lo aveva scelto per portare la promessa, ma l’attuazione di questa promessa è per tutti. La scelta di ricevere la salvezza è nostra, e si basa sul come si mette in pratica la Sua Parola, e non sull’appartenenza ad un popolo Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti: al popolo di Israele ha donato la promessa, ed anche il primo annuncio di Gesù, un annuncio di pace, cioè di fiducia, di superamento dell’ansia dovuta ad una visione errata di Dio (il Dio potente, che legifera e che punisce) Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui: una sintesi del Vangelo, che inizia con l’annuncio di Giovanni il Battista, che predica un battesimo di conversione, e culmina con l’opera di Gesù che, unito al Padre ed allo Spirito Santo, viene nell’umanità per portare “il bene e la salute”, cioè per insegnare la verità e salvare dal male assoluto che è l’egoismo ed il peccato
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Ho chiaro che la mia vita spirituale dipende solo dalle mie scelte, e non ho alcun merito che serva come “raccomandazione” da mettere davanti a Dio? § Accolgo il bene (la verità della Sua Parola) e la salvezza (il perdono dei peccati) che Gesù ha portato?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Contemplo per un po’ Gesù che porta la verità e la salvezza, e immagino che le stia portando proprio a me. E resto un po’ in silenzio a gustare questi doni che Gesù mi ha portato, senza mio merito, ma solo per amore gratuito
(domenica 26 gennaio 2014 - III del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 1 Corinti 1,10-13. 17
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) La Parola ed i messaggeriGesù naturalmente è uno, immutabile ed inscindibile. Eppure può capitare che gli esseri umani Lo dividano tra di loro, come se fosse proprietà di qualcuno, e fosse nel potere di qualcuno quello di interpretarlo, di fargli dire ciò che si vuole. Compito dei messaggeri della Sua Parola (cioè gli Apostoli, i missionari) è quello di sentirsi solo ambasciatori, non padroni della Parola. Nessuno può interpretare Gesù (e perché ciò avvenga c’è il Magistero, il cui dovere è quello di illuminare la comunità perché sappia raggiungere la mente di Cristo), nessuno può considerarlo sua proprietà (si è solo voce, e non parola!) e nessuno può pensare che gli altri messaggeri non siano validi, mentre solo lui sa portare la verità.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi: Paolo fonda delle comunità cristiane, poi le segue per mezzo delle lettere, perché suo compito è quello missionario di portare la Parola anche ad altre città. Ed una delle cose che più interessano a Paolo è che le sue comunità vivano in pace, senza litigi né gelosie interne. Una comunità cristiana è di natura missionaria, deve cioè diffondere la Parola; e ciò non succede se viene proposta in mezzo a divisioni, perché non sarebbe più credibile Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: “Io sono di Paolo”, “Io invece sono di Apollo”, “E io di Cefa”, “E io di Cristo!”: nessuna causa è giusta perché si viva nella divisione. Ogni Apostolo deve essere un tramite della Parola, e non deve legare a sé le persone tanto che queste preferiscano lui (il tramite della Parola) a Cristo (oggetto della Parola) Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?: solo Cristo interessa al cristiano, perché è da Lui che riceviamo la salvezza, e non da un tramite umano. L’Apostolo, anche se parla in nome del Signore, non porta se stesso, ma Lui (anche se dice “questo è il mio Corpo”, non parla del corpo proprio, ma di quello di Gesù!) Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo: l’Apostolo deve solo predicare la Parola, e non è importante che lo faccia con una bella retorica, perché è la Croce di Cristo, e non la retorica dell’Apostolo che converte e salva
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § sono fautore di divisioni nella mia comunità (pettegolezzi, critiche, arroganza, non accoglienza)? § Accolgo la Parola di Dio senza pensare al tramite che me la propone?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino la mia comunità accogliente, senza divisioni, senza pettegolezzi, senza critiche, e lascio che questa immagine riempia il mio cuore tanto da farmi decidere di vivere così la mia vita ecclesiale, anche per essere sempre più testimone dell’amore di Gesù per tutti
(domenica 9 febbraio 2014 - V del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 1 Corinzi 2, 1-5
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Gesù crocifisso, centro della fedeCentro della fede di per sé è la Resurrezione, ma questa non avrebbe modo di essere se prima non ci fosse stata la Croce. essere cristiani significa perciò saper avere sempre unite nella nostra mente e nella nostra vita queste due immagini: Cristo Crocifisso e Risorto. Questa unione ci dà il vero senso della nostra vita, perché ci fa capire, nella sofferenza, che questa non è “la fine” di tutto, né “il fine” di tutto, perché l’ultima parola sarà la Resurrezione; e d’altra parte ci fa capire, riguardo alla gioia, che deve essere conquistata, perché la strada per la Resurrezione non può che passare attraverso il Calvario.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Io, o fratelli, quando venni tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza: Gesù si manifesta da se steso, non ha bisogno di strumenti straordinari, ma solo di una “voce” che Lo presenti. Ciò non vuol dire che non serve la ragione per capire la fede, né che non dobbiamo usare gli strumenti che la nuova tecnologia ci propone. L’equilibrio è nell’usare tutte queste cose, ma senza metterle al centro del nostro lavoro pastorale: al centro c’è la Parola del Signore e soprattutto la Sua Persona. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso: e Gesù va visto nella Sua integrità, non manipolato dai nostri gusti, dalle nostre devozioni, dai nostri sistemi… Gesù è solo ed esclusivamente il Dio Crocifisso e Risorto, che dona la Sua vita per noi e ci riempie di fiducia, ci insegna a servire i fratelli ed a portare al mondo la speranza Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio: lo strumento umano deve essere debole, se non attrae a sé, e non a Cristo; deve avere “timore e trepidazione” perché quello che presenta è l’infinito stesso, che on può essere racchiuso nelle nostre parole, eppure che vuole essere presentato dalle nostre parole. La potenza perciò è solo Sua; noi non mettiamo che una voce per trasmettere il Suo messaggio di salvezza, senza manipolarlo. Se la ragione allora serve per capire che vale la pena seguire Gesù, che è Dio, che è Salvatore, che è Verità… la nostra fede però non si basa sulla sapienza umana, ma solo sulla Sua potenza che è Verità in sé, e dunque non ha bisogno di dimostrazioni
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § So trovare l’equilibrio tra ragione e fede? § So portare Cristo, senza presentare me stesso § Nella vita comunitaria cerco di mettermi in mostra, o so mettere in mostra solo Lui?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino di ascoltare Paolo, con tutto il suo entusiasmo e il suo carisma trascinatore, mentre presenta Gesù Crocifisso, e mette da parte se stesso, ed invita a seguire solo Lui senza guardare allo strumento umano… ed immagino la mia vita vissuta così, solo per presentare Gesù e non me stesso, e gioisco di questa umiltà che mi aiuta a restare al mio posto, a crescere da vero discepolo di Gesù.
(domenica 23 febbraio 2014 - VII del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 1 Corinzi 3, 16-23
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Siamo Tempio di DioIl Tempio è uno dei punti nodali della Teologia Ebraica. È il segno della presenza di Dio nel popolo, e la sua distruzione è sempre vista come catastrofe nazionale (nell’Esilio di Babilonia, e poi soprattutto nella distruzione di Gerusalemme del 70 da parte di Tito). Oggi gli Ebrei vivono la loro fede intorno al muro del pianto, che è un muro di contenimento di un terrapieno che sorreggeva la spianata del Tempio. Quando Paolo dice perciò che noi siamo Tempio di Dio, dello Spirito o della Trinità, intende realmente una presenza personale nella nostra vita, presenza che cambia totalmente il nostro essere spirituale. Se Dio abita in me io naturalmente devo vivere nella fiducia assoluta, nell’abbandono completo in Lui, che mai potrà abbandonarmi, perché non può abbandonare la Sua casa, a ameno che sia io a scacciarlo, nell’osservanza della Sua Parola in pienezza, per essere degno di questa presenza divina.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi: per Paolo l’esempio dell’uomo che è Tempio di Dio è un modo fondamentale di spiegarne la dignità e le conseguenze morali. La dignità anzitutto, perché se Dio è presente realmente in noi, la nostra vita acquista un significato diverso, un peso diverso. Le conseguenze morali poi, perché se Dio è in me ed io sono il Suo Tempio, devo vivere in modo adeguato le mie scelte, devo “tenere pulito” il mio cuore Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio: credere di essere importanti per merito nostro, è un’illusione, quella che porta fuori strada tante persone, che sprecano le loro qualità usando molte energie per farle vedere, più che per svilupparle per il bene dell’umanità. La grandezza di un cristiano è sapere che Dio è grande,m e che mi chiama a partecipare alla Sua grandezza vivendo bene le doti che mi ha donato Sta scritto infatti: Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia. E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani: anche le citazioni bibliche servono a Paolo per convincere i suoi discepoli a non cercare se stessi, ma solo la gloria di Dio Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio: il cristiano sa che Dio gli ha donato tutto, ma sa anche che la sua gloria non è nella grandezza propria o di qualche suo amico o maestro, bensì solo nella grandezza di Dio, nel quale si manifesta il vero senso della vita
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Mi sento con gioia Tempio di Dio, so cioè che Dio è realmente in me? § Vivo conseguentemente, tenendo pulito il mio cuore, degno di essere casa della Trinità? § So vivere la vera umiltà cristiana, che cerca la gloria di Dio e non di se stessi, pur riconoscendo i doni ricevuti da Dio e sviluppandoli per il bene dell’umanità?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino la mia vita vissuta realmente come “Tempio di Dio”, con la presenza continua del Signore in me, con tutte le mie scelte quotidiane fatte con Lui e come Lui, perché Gli permetto di essere Lui a vivere e ad agire in me. E questa contemplazione mi deve portare a capire quanto sarebbe bella questa vita, e dunque a decidere sempre più di vivere così come Paolo mi ha insegnato.
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a vivere in ogni momento consapevole di essere il Tempio di Dio
(mercoledì 5 marzo 2014 - Le Ceneri)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA:
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé)
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me)
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) §
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola)
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola)
(domenica 9 marzo 2014 - I di Quaresima)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: Romani 5, 12-19
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Gesù, unico salvatoreL’unicità della salvezza di Dio è un tema ricorrente nel Nuovo Testamento. È una logica conseguenza della fede incrollabile nella divinità di Gesù: se Lui è Dio, non può che dirmi tutta la verità, insegnarmi tutto il bene, offrirmi tutta la salvezza. Cercare altrove queste realtà significa mettere in dubbio la Sua divinità. In particolare la salvezza è un dono divino, che solo Lui può darmi: ogni persona che pensa di poterla trovare altrove (in altre religioni, in ideologie, in magie o superstizioni…) fa una scelta contraria a Cristo, si comporta da non cristiano, mette in gioco la propria appartenenza al Signore.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato: la teologia del Peccato originale è molto delicata, perché da questa dipende il senso della salvezza portata da Gesù. Il Peccato Originale è un peccato di chi lo ha commesso (l’umanità primitiva che progressivamente si è allontanata da Dio, vivendo come se Lui non fosse importante nella propria vita, come se potesse fare a meno di Lui). Per noi non è un peccato, ma è una “carenza”: quello che Dio aveva donato ai padri (il proprio amore), loro lo hanno distrutto, e perciò noi non l’abbiamo più. La morte (espressa anche nella Genesi come punizione ad Adamo) non è da vedere come se senza peccato Adamo non sarebbe morto, ma come presa di coscienza della morte piena di paura e fonte di sofferenza Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire: la morte (spirituale, cioè il peccato) regna nell’umanità: prima della Legge in modo inconsapevole (perché è la Legge che mi fa capire che compio il male), dopo di essa in modo cosciente Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini: Gesù è paragonato ad Adamo, ma come suo opposto: se Adamo ha portato la morte nell’umanità, Gesù vi porta la vita (sempre dal punto di vista spirituale) E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione: in solo peccato ha portato la morte a tutti. Il peccato conseguente di tutti (i nostri peccati) trova giustificazione, cioè perdono, nel dono di uno solo, di Gesù che offre la Sua vita per noi. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo: e la vita che Gesù porta regna per sempre tra di noi. L’more del Padre, che Adamo aveva rotto e dunque ce ne aveva privati, ora è di nuovo nell’umanità: gli effetti principali del peccato originale sono superati per noi; rimangono gli effetti secondari, cioè la predisposizione al male, vivendo male la libertà che ci ha donato. Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dá vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti: ribadisce l’importanza della Redenzione di Gesù: il Suo Sangue ha salvato l’umanità intera
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Accolgo Gesù come unico redentore, o cerco altrove la mia salvezza? § So usare bene la libertà che Dio mi dona, o sono ancora sotto l’influsso del Peccato Originale, che mi fa vedere bene ciò che è male e viceversa?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Mi fermo per un po’ ad immaginare la vita dell’umanità nel peccato (violenze, guerre, egoismo, sopraffazione…) e poi ad immaginarla alla luce della Redenzione (nella libertà, nell’amore verso Dio e verso il prossimo…) e lascio che la gioia di questa seconda contemplazione mi riempia tanto da farmi decidere di vivere sempre così
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a vivere sempre alla luce della Redenzione e non del Peccato Originale
(domenica 23 marzo 2014 - III di Quaresima)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: Romani 5, 1-2. 5-8
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Le ragioni della nostra speranzaLa speranza è una delle tre virtù “Teologali”, espresse nella Parola di Dio come basilari per le nostre scelte cristiane. Su cosa si basa? Si basa sulla certezza che Dio è affidabile (è “fedele”, come abbiamo già meditato) e dunque non ci può deludere. La speranza riguarda anzitutto l’al di là, la certezza cioè che siamo chiamati ad una vita eterna nell’amore della Trinità, vivendo così come Dio ci ha creati, anche nella nostra umanità (la Resurrezione). Riguarda però anche questa vita, non nella sua parte materiale, perché Gesù non ci ha promesso un aiuto in questo senso, bensì nella certezza che Lui sarà sempre con noi e ci aiuterà ad essere forti nelle tentazioni e capaci di santità, se Gli offriamo l’opportunità di agire in noi.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Fratelli, giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo: Paolo ribadisce il concetto a lui caro, che solo la fede giustifica, e non le opere della Legge Ebraica. Frutto della giustificazione (del perdono) è la pace del cuore, perché ci si sente in amicizia rinnovata con Dio. Una pace che solo noi cristiani possiamo avere piena, perché abbiamo la certezza di questo perdono attraverso un Sacramento per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio: tramite Cristo abbiamo la grazia, il dono gratuito di Dio (gratuito appunto che non si conquista con i meriti dovuti all’osservanza della Legge). Per noi questo dono è anche un vanto, nel senso che siamo contenti che Dio ce lo abbia dato; e conseguenza di questo dono è la gloria eterna, nella quale noi speriamo (= siamo certi) La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato: solo questa speranza divina non può deludere, perché Dio è degno di fede, e dunque siamo certi che ci darà quello che ha promesso Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito: la prova che Paolo ci porta è il dono della Croce di Gesù, offertoci non perché siamo buoni (eravamo ancora nel peccato quando ce lo ha offerto), ma per Suo amore gratuito Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi: e la gratuità di questo dono è proprio nell’essere dato a peccatori e non a giusti (se la Legge ci avesse resi giusti, non avrebbe avuto senso questo dono gratuito ed infinito di Dio. La Legge renderebbe inutile la Croce e la Salvezza di Gesù)
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Sento la gioia di avere questo dono gratuito di Dio, o cerco di pagare Dio acquistando dei meriti? § Ho in me la vera speranza, che è certezza della fedeltà di Dio?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Mi fermo un po’ ad immaginare Gesù che dona la vita per me, senza chiedermi prima se sono buono, se sono pronto ad accettare il Suo dono, se gliene sarò grato… e cerco di gustare questo dono assoluto, in modo da decidermi a vivere una vita di risposta gioiosa amando come Lui ha insegnato.
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno ad accogliere il dono di Dio in modo assolutamente gratuito, ed a non pensare di doverlo pagare con le mie opere, che saranno solo una risposta di amore all’amore ricevuto
(domenica 6 aprile 2014 - V di Quaresima)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: Romani 8, 8-11
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) La giustificazioneUn argomento chiave nella teologia paolina, ed anche nel discorso ecumenico, perché sappiamo che su questo argomento Lutero ha combattuto con forza la teologia cattolica dell’epoca. Ora il discorso è molto appianato, perché studiando la Parola di Dio con obiettività si vede questa posizione di Paolo: § la “legge”, cioè l’osservanza dei comandamenti, non ci può giustificare davanti a Dio, perché è Lui che ci salva, non siamo noi che ci guadagniamo la salvezza § le “opere della legge” sono perciò superate in Cristo § rimangono però le “opere dello Spirito”, cioè le azioni di amore e di santità che siamo chiamati a compiere, e che facciamo non per “avere meriti”, cioè per poter dire a Dio: “sono stato bravo, ed ora tu mi paghi con delle grazie su questa terra, e poi col Paradiso”, ma perché abbiamo la gioia di essere come Lui ci vuole.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Fratelli, quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio: il completamento della dottrina paolina sulla giustificazione è questo brano, senza il quale tutto il discorso precedente è parziale. Paolo non dice che le opere sono inutili, ma è inutile credere che la pura obbedienza ad una legge che chiede delle opere sia sufficiente per la giustificazione. Le opere sono importanti come vita da discepoli di Gesù; l’opposto è quello che Paolo chiama “le opere della carne” Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene: vivere le opere dello Spirito significa essere discepoli convinti e coerenti del Signore, perché solo se lo Spirito è in noi possiamo essere santi ed amare come Gesù insegna (non per nulla lo chiamiamo Spirito “Santo”) E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione: solo avendo in noi la Trinità (Cristo nella Sua Parola e nei Suoi Sacramenti, lo Spirito con la Sua forza santificatrice) la nostra scelta cristiana è piena, perché possiamo vincere il peccato (morire la peccato) e dunque scegliere sempre il bene E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi: anche per Gesù uomo, la forza derivava dallo Spirito Santo presente in Lui. È lo Spirito che lo ha resuscitato dai morti, e questo stesso Spirito, presente in noi se noi vogliamo, sarà anche per noi fonte di Resurrezione spirituale, dal male al bene, e fonte di Resurrezione corporale, alla fine dei tempi.
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Vivo le opere della carne o le opere dello Spirito? § Faccio in modo di avere lo Spirito in me, scegliendo sempre l’amore e non l’egoismo?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Immagino la mia vita alla luce delle “opere della carne”, con tutte le conseguenze di piacere immediato, ma poi di peso, di non senso, di inutilità… La immagino poi alla luce delle “opere dello Spirito”, e godo di questa visione di una vita realizzata, gioiosa, piena di senso e di dono per gli altri, tanto da decidere di viverla tutta così
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno ad individuare e poi a vivere le opere dello Spirito
(domenica 4 maggio 2014 - III di Pasqua)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 1 Pietro 1, 17-21
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) La predestinazioneÈ un argomento teologico delicato, perché è facile cadere in forme non esatte in un senso o nell’altro. § Non esiste predestinazione nel senso assoluto, cioè Dio ci dona realmente la libertà, e dunque il mio futuro, anche nella vita eterna, dipende da me e dalle mie scelte. § Esiste la predestinazione come chiamata di Dio, per tutti alla santità su questa terra ed alla vita eterna in paradiso, e per ciascuno come progetto di Dio sulla nostra vita (vocazione). Questa non toglie la libertà, ma è come un cartello stradale che indica la strada giusta, che io posso poi seguire o meno, liberamente
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Carissimi, se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio: il cristiano è colui che riconosce Dio come Padre, che giudica (cioè accoglie e perdona) tutti, senza riguardi personali, cioè senza eccezioni. Conseguenza di questa fede è il vivere in tutta la vita nel “timore del Signore”, cioè nell’amore rispettoso che un figlio ha verso il Padre. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia: la nostra liberazione non è dovuta ad un riscatto materiale pagato, ma al Sangue di Cristo: è lo stesso argomento molto trattato da Paolo della giustificazione attraverso la fede e non le opere della legge Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi: qui Pietro usa una terminologia non comune per noi per spiegare che Gesù esiste da sempre come Figlio del Padre, ma che come uomo è nato solo in questa generazione E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio: da Lui nasce la nostra fede, che ci porta naturalmente al Padre, fonte della Resurrezione di Gesù e della Sua glorificazione (Ascensione) e dunque centro della nostra fede e della nostra speranza. Pietro infatti insiste di più degli altri scritti neotestamentari sulla “monarchia divina”: non è una visione diversa della Trinità, ma solo una sottolineatura di una realtà accettata comunque da tutti
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Quale rapporto ho con Dio Padre? § Sento che la mia salvezza viene da Gesù, e mi porta al Padre?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Mi fermo in riflessione sulla figura del Padre, che manda Gesù, Lo risuscita dai morti, ci chiama a seguirlo, ci invita alla santità. E lascio che questa figura riempia la mia vita di pace, di fiducia, di sicurezza, tanto da decidere di vivere sempre intimamente uniti a Lui
(domenica 18 maggio 2014 - V del Tempo Ordinario)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 1 Pietro 2, 4-9
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) Il sacerdozio nel popolo cristianoA differenza che nell’Ebraismo, nel cristianesimo non c’è un sacerdozio “familiare” (i Leviti) né una casta sacerdotale, ma § unico Sacerdote (cioè capace di offrire se stesso al Padre per la salvezza dell’umanità) è Cristo § col Battesimo tutti i cristiani partecipano di questa Sua caratteristica, e dunque tutti i battezzati sono sacerdoti § i “Presbiteri” sono persone che hanno un mandato Sacramentale non per essere sacerdoti (cioè per offrire; in questo sono, come tutti i battezzati, capaci di offrire solo la propria vita) ma per essere pastori, cioè capaci di parlare in modo autorevole della Parola, di celebrare i Sacramenti e di coordinare la comunità
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Carissimi, stringetevi a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio: Pietro riprende il discorso del “cristiano Tempio di Dio”, già meditato altre volte, e paragona sia noi che Cristo stesso ad una pietra per la sua costruzione. Gesù è la pietra angolare, scelta come la migliore da Dio per questa costruzione, anche se gli uomini non avevano compreso la sua importanza, e non l’avevano accolta… anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo: … noi siamo le altre pietre, tutte indispensabili perché l’edificio sia ben fatto (se ne mancasse una, l’edificio non sarebbe completo). E questo edificio, il Tempio di Dio, è un edificio fatto di sacerdoti, perché tutti i battezzati possono offrire “sacrifici spirituali graditi a Dio”, cioè la propria vita Si legge infatti nella Scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso: che Gesù sia la pietra angolare di questo nuovo edificio è una profezia biblica; Pietro non fa altro che ribadire questo concetto ed assicurare che Gesù è garanzia di fede e di speranza sicura… Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, sasso d'inciampo e pietra di scandalo. Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati: … come è scandalo per chi non crede, e fonte di condanna (non da parte di Dio, ma da parte degli stessi increduli, che si pongono lontani dall’amore e dalla salvezza) Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce: una delle più belle riflessioni sulla Chiesa, raccontata come stirpe eletta (= gruppo di persone che hanno accettato la chiamata a seguire la Sua Parola), sacerdozio regale (= tutti sono in essa sacerdoti perché possono offrire la propria vita al Padre, e tutti sono Re, perché possono servire come Gesù, Re dell’Universo, ha servito), nazione santa (gruppo di persone che hanno trovato la santità nella sequela di Gesù e nell’incontro con Lui). Questo popolo nuovo è stato acquistato da Gesù col Suo Sangue, ed ha come meta il vivere nella luce del Suo amore e terno, e nel diffondere la gioia di questo incontro con Lui tra tutti i fratelli
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § Mi sento unito intimamente a Gesù nella costruzione del nuovo popolo della Chiesa? § Come vivo il mio essere sacerdote, so cioè offrire la mia vita al Signore, con tutte le realtà che essa comporta? § Come vivo il mio essere Re, cioè nel sapermi mettere a servizio di tutti, come ha fatto Lui?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Mi fermo ad immaginare la mia vita di sacerdote che offre, di Re che serve, di parte di un popolo Santo nel quale io contribuisco alla santità. E gioisco di questa immagine che riempie la mia vita di entusiasmo, per li bene che mi permette di compiere, e decido dunque di vivere alla luce di questa realtà
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a vivere come Sacerdote e come Re, così come Gesù ma ha chiamato ad essere nel Battesimo
(domenica 8 giugno 2014 - Pentecoste)
Prima parte: ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.
1. LETTURA: 1 Corinti 12, 3b-7. 12-13
2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA (Cosa dice la Parola in sé) I carismi per l’utilità comuneNel linguaggio paolino il termine “carismi” è importante, perché parla della potenza dello Spirito che chiama tutti alla santità, che dà a ciascuno dei doni per farlo attivo nella comunità. Vediamo come li presenta: § questi dono sono diversi tra di loro, ma non più o meno importanti; sono strade personali per la santità di chi li ha ricevuti e per il bene degli altri § nessuno può prenderli come segno di grandezza personale, perché sono solo “per il bene comune” cioè per metterli a servizio della comunità e dell’umanità § non c’è contrasto tra di loro, neppure tra quelli “istituzionali” (che si basano cioè sul Sacramento dell’Ordine) e quelli laicali, che sono capacità personali di vivere qualche aspetto del dono di sé agli altri.
3. MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA (Cosa dice la Parola oggi a me) Fratelli, nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l'azione dello Spirito Santo: il primo dono che lo Spirito Santo ci dà, e lo dà a tutti coloro che lo vogliono ricevere, è la luce per conoscere Cristo nella Sua realtà (Gesù è il Signore, cioè è Dio) e per capire la Sua Parola Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti: ci sono poi dei doni personalizzati, che sono dei “ministeri” (cioè dei servizi che prevedono il Sacramento dell’Ordine), o delle “operazioni” (delle capacità di fare del bene in un modo ben determinato). Tutti però sono doni dello stesso Spirito E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue: fa un esempio di carismi, alcuni dei quali anche particolari, per insegnare che tutti provengono dallo stesso Spirito per il bene della comunità e dell’umanità, e mai solo per il bene di chi li riceve Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole: è lo Spirito che li dona, secondo la Sua volontà, perché Lui sa il bene di ciascuno e di tutti e dunque può distribuire i doni in modo che giungano nel modo migliore a costruire un mondo potenzialmente migliore. Questa frase poi è la dimostrazione che lo Spirito è persona, non solo “la forza del Padre” come dicono coloro che vogliono attaccare il cristianesimo, per esempio i Testimoni di Geova, perché se ha una Sua volontà (li distribuisce “come vuole”) non può che essere una persona individua Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo: l’esempio del corpo piace molto a Paolo, ed è chiaro per comprendere questa diversità di ogni persona (dei carismi di ciascuno) ma sempre per l’unità del corpo, cioè per il bene di tutti. Noi siamo Corpo di Cristo, perché Lui è il capo e noi le membra della comunità della Chiesa, e dunque dobbiamo sentirci uniti in Lui E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi: e questa unione è reale, senza eccezioni sociali (schiavi o liberi) né religiose (Giudei o pagani)
4. ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA (Cosa mi invita a fare la Parola) § So individuare i miei carismi, e viverli nell’umiltà, perché sono un dono dello Spirito, e non un mio merito? § So vivere i miei carismi per l’utilità comune, e non egoisticamente solo per il mio bene? § Lavoro per l’unità della comunità, escludendo ogni realtà che possa spezzarla, come il pettegolezzo, l’arroganza, la non accoglienza…?
Seconda parte: risposta autentica alla Parola.
5. PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE (Cosa mi fa dire la Parola) Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.
6. CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE (Come gusto la Parola) Mi fermo ad immaginare la mia vita vissuta nello sviluppo dei carismi che ho individuato, sempre protesa a cercare il bene di tutti e l’unità della comunità. E lascio che questa immagine mi faccia sentire bene, tanto da decidere di vivere così in tutte le mie scelte quotidiane
7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA (Cosa decido di fare alla luce della Parola) Mi impegno a vivere i miei carismi per l’utilità comune
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Ultimo aggiornamento: 20-02-14