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La Lectio Divina e la Via Crucis

 

Lectio Divina

 

(domenica 03 ottobre 2010  -  XXVII del Tempo Ordinario)

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Luca  17, 5-10

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

I “meriti” dell’uomo davanti a Dio

Uno dei punti di maggiore divergenza con il Luteranesimo, deve essere visto in modo equilibrato per capirne la portata teologica.

*  Tutto quello che ho è dono di Dio e non merito mio: è da superare una morale “ragionieristica” che vuole computare i meriti da accreditare davanti a Dio. Per quanto io faccia, il valore del Suo amore per me è infinitamente più grande, dunque la mia salvezza è dovuta al Suo dono e non alle mie scelte (cfr. Rom. 5,1-10  Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; … Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito.  Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene.  Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.  A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita)

*   Sono stato creato libero, dunque sono chiamato a collaborare, e quello che faccio è importante per la mia vita spirituale  per quella eterna: ciò non comporta però il mio non impegno, perché è Gesù stesso che vuole che, come conseguenza del Suo amore gratuito, anche io faccia la mia parte (cfr. Gv. 14,21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama) e mi assicura che da questo dipende la mia scelta di essere definitivamente con Lui o senza di Lui (cfr. Mt. 25,31-46 Venite, benedetti, nel Regno del Padre mio, perché io ho avuto fame, e voi mi avete dato da mangiare…)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Gli apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede!”: vedendo l’esempio di Gesù, ed ascoltando i Suo insegnamenti, gli Apostoli hanno coscienza che la loro fede è ancora molto imperfetta. La richiesta è dunque naturale e comune a tutti gli uomini.

Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe: per Gesù la fede è una realtà dirompente, perché può realmente cambiare la storia e la vita. L’affermazione “nulla è impossibile a Dio” (Lc. 1,37) per Gesù si può anche tradurre con “nulla è impossibile all’uomo di fede”.

Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?: questa piccola parabola ci aiuta a vedere con umiltà anche la nostra fede. È vero che con quella io divento potente, ma sono sempre piccolo davanti a Lui.

Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi senza utile. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare“: per capire questa affermazione, dobbiamo comprendere il testo originale, che significa: “siamo schiavi, senza stipendio”. Dunque quello che facciamo non è merito nostro, non possiamo accreditarlo davanti a Dio come merce di scambio (io ho fatto questo, dunque tu mi dai…) perché non ho diritto allo stipendio: quello che faccio è già una restituzione dei doni che ho ricevuto.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

*   A quale livello è la mia fede?

*   Ho l’umiltà di sentirmi piccolo davanti a Dio?

*  Contratto con Dio vantando i miei meriti, oppure ho capito che, per quanto faccia, sono io ad essere in debito verso di Lui?

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi metto in ascolto del Signore che mi insegna a sentirmi debitore. Lascio che questo sentimentomi pervada in modo giusto, non come senso di schiacciamento, ma come visione della mia realtà: sono oggetto di amore da parte di un Padre che mi dà tutto senza pretendere nulla.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Aumento la mia umiltà, vedendomi debitore e non creditore davanti a Dio

 

 

(domenica 17 ottobre 2010  -  XXIX del Tempo Ordinario)

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Luca  18, 1-8

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La preghiera di domanda nel Vangelo:

Gesù ci invita a chiedere al Padre, perché un figlio ha il coraggio di rivolgersi ai propri genitori sapendo che loro desiderano aiutarlo.  Per es.: Luca 11,9 Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto

*   Gesù ci chiama a comprendere che il Padre ne sa più di me, perciò, più che dirgli io ciò che deve fare, mi affido alla Sua volontà.  Vedi il Padre nostro: Mt. 6,10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

*   Gesù mi assicura che il Padre non mi dà per forza ciò che io chiedo, ma ciò che serve per il mio vero bene; è contento che io chieda, perché così mi sento coinvolto.  Vedi Luca 11,11 Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?12 O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione 13 Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: Gesù mi invita a pregare sempre, e questo in modo chiaro e senza riserve.  L’importante è capire cosa vuol dire “pregare” e “sempre” nel contesto della rivelazione di Gesù.

“C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”: la parabola è una favola che serve da esempio. Non possiamo prendere i singoli elementi ed applicarli a Dio (Dio non è iniquo, semplicemente Gesù ha bisogno di mettere un esempio comprensibile ai Suoi interlocutori).  Il risultato comunque è che anche un giudice iniquo può fare giustizia, cioè accogliere la domanda giusta della povera vedova.

E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente: Dio non è come questo giudice, ma è Padre, ed allora “tanto più” farà giustizia (darà ciò che è giusto) “prontamente” (al momento giusto)

Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?“: il Padre fa ciò che è giusto al momento giusto, ma anche noi lo facciamo?  Ecco la domanda di Gesù che ci stimola nella nostra riflessione, perché se ci mettiamo davanti a Dio senza fiducia, senza vederlo come Padre, la nostra fede vacillerà e rischierà di scomparire.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

 So pregare sempre? Il mio cuore è cioè sempre rivolto a Lui, in modo che ogni mia azione diventa preghiera?

*   Ho fiducia in Dio Padre, che mi dona tutto ciò che è il mio bene, perché mi ama più di quanto io ami me stesso?

*  Riconosco Dio come Padre?  Questa mia fede è stabile, o tentenna e rischia di scomparire di fronte ai problemi quotidiani?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Guardo Gesù che mi ama “sempre” cioè senza interruzione, e gusto nel mio cuore la gioia di capire che anch’io posso essere “sempre” con Lui, rendendo santa ogni mia azione vissuta nell’intimità con Lui

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a “pregare sempre” sapendo ogni giorno trovare un tempo di riflessione sul Vangelo, ricordandolo spesso nella mia giornata ed offrendogli tutto, in modo che ogni mia azione sia vissuta con Lui e per Lui

 

(domenica 7 novembre 2010  -  XXXII del Tempo Ordinario)

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Luca  20, 27-38

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La fede nell’al di là nell’Antico Testamento:

§      All’inizio della teologia ebraica si pensava a Dio che amava il Suo popolo solo su questa terra.  L’al di là era visto come un “regno di ombre”, ma senza remunerazione e senza rapporto con Dio.  Parecchi brani lo dicono chiaramente: (Pr. 2,18 La sua casa conduce verso la morte  e verso il regno delle ombre i suoi sentieri. Giob. 17,13 Se posso sperare qualche cosa, la tomba è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio.  Sal 29,10 Quale vantaggio dalla mia morte, dalla mia discesa nella tomba? Ti potrà forse lodare la polvere e proclamare la tua fedeltà? Sal 114,17 Non i morti lodano il Signore, né quanti scendono nella tomba)

§      La riflessione posteriore inizia a comprendere un al di là, partendo dalla riflessione sul Messia.  (Sal. 15,10 perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione)

§      Solo pochi secoli prima di Gesù la teologia raggiunge il culmine con la fede nell’al di là e nella resurrezione personale: (2Mac. 7,14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita».   2Macc 12,43 Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione: i Sadducei erano il gruppo Sacerdotale, eppure proprio loro avevano una fede più limitata.  Gli studiosi della legge erano gli Scribi, i veri pii erano i Farisei, mentre i Sacerdoti erano molto politicizzati, e poco religiosi.

e gli posero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie”: in modo sarcastico, presentano quello che secondo loro è un problema insormontabile sulla Resurrezione.  Vedendola in modo semplicistico, è naturale che sorgano questi problemi

Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito:

e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio: Gesù risolve il tutto semplicemente, spiegando la realtà della Resurrezione.  Riguarda il corpo reale, ma nell’al di là il corpo non sarà più soggetto agli istinti, bensì sarà parte dei una persona totalmente libera di vivere l’amore infinito di Dio.

Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”: non credere alla Resurrezione, per Gesù è segno di una mancanza radicale di fede, che rende impossibile essere Suoi discepoli

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§      Credo “nella Resurrezione della carne e nella vita eterna”? i dubbi naturale che posso avere, li affronto leggendo, informandomi, oppure li accantono, col rischio che diventino un giorno fonte di allontanamento dalla fede?

§      Davanti all’al di là ho la serenità (che non significa mancanza di paura) sufficiente per guardare il futuro con fiducia?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Ascolto l’insegnamento di Gesù sulla Resurrezione, e poi lascio che la mia fantasia mi immagini, persona integra come sono ora, con la Trinità, nella gioia eterna, in modo che il mio cuore si riempia di pace e di fiducia nel futuro.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a riflettere sulla Resurrezione, anche informandomi per superare i dubbi che posso avere, per arrivare ad una vita di fiducia.

 

 

 

Domenica 21 novembre - Cristo Re

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Luca  23, 35-43

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E  

      DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Storia della condanna alla croce

Nella letteratura latina ci sono molti accenni a questo supplizio. Cicerone, nei discorsi contro Verrei (5,62-67) parla della crocifissione come di supplizio crudele e di sommo supplizio della schiavitù.  Afferma che mai può essere data ad un cittadino romano, perché troppo infamante.

La croce era formata da due pali, uno verticale (stipes), piantato in terra in un luogo visibile a tutti, sempre pronto per l’esecuzione, come deterrente; ed uno orizzontale (patibulum), che il condannato portava sulle spalle, e che poi, dopo esser stato inchiodato, veniva sollevato ed infisso sullo stipes.  Sulla croce si metteva sempre una tavoletta con scritto il motivo della condanna.  Normalmente la crocifissione era preceduta o accompagnata dalla flagellazione (lungo il cammino con il patibulum legato alle spalle). Giunti al luogo del supplizio il condannato veniva spogliato, disteso sul patibulum ed inchiodato (i chiodi posti sui polsi, in modo che il peso non stracciasse il palmo della mano).  Poi veniva sollevato (patibolo suffixus, crudeliter in crucem erigitur), il patibulum veniva fissato allo stipes, ed al condannato venivano inchiodati i piedi.  La morte avveniva per dissanguamento, per tetano  o per asfissia, in quanto il peso del corpo schiacciava i polmoni rendendo difficile la respirazione.  Il corpo rimaneva appeso per un po’, perché tutti lo vedessero, poi veniva buttato in una fossa comune, a meno che l’autorità lo concedesse a parenti o amici.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”: le tentazioni di Gesù all’inizio della Sua vita pubblica erano terminate con la frase “e il diavolo se ne andò, per tornare al tempo fissato”. E questo è il tempo fissato, nel momento di massima debolezza umana di Gesù.  La prima tentazione è religiosa, mette in gioco la Sua stessa natura divina, e lo solletica nel desiderio di portare a termine la Sua missione: perché non può usare questo mezzo per convincere tutti a seguirlo?

Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei: la seconda tentazione è più sociale.  Fatta dai soldati, riguarda la Sua regalità.  Non dicono che crederebbero in Lui semplicemente lo invitano a salvarsi, usando i Suoi “poteri magici”.

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”: su questa stessa linea la terza tentazione, fatta da uno dei due crocifissi con Lui, chiede che Gesù si salvi, ma che salvi anche lui; se ha fatto tanti miracoli per salvare delle persone, perché ora lascia morire questo, senza intervenire?

Ma l'altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”: l’altro crocifisso con Gesù, anch’egli un delinquente, ha però la capacità di capire chi è questo condannato vicino a lui, e rimprovera chi lo insulta chiedendo un miracolo.  Ammette di meritare questa pena, ed anche che Gesù non la merita; ma è colpito da Lui, dal Suo modo di affrontare la sofferenza e la morte…

E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”: … ed allora Gli chiede questo dono spirituale, cioè la vita eterna.

Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”: solo adesso Gesù interviene, risponde perché ha qualcosa da rispondere, in quanto Lui è venuto proprio per questo, e lo rassicura riguardo alla Sua vita con Lui in Paradiso.  Il dono più grande, quello definitivo, per primo è donato a questo delinquente convertito.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Qualche volta “tento” Gesù chiedendogli delle grazie con la clausola in fondo al mio cuore “se non la ottengo, non crederò più in te”?

§         Desidero un cristianesimo che si impone sul mondo, su tutti i popoli, con segni e prodigi da sconvolgere la fantasia, oppure cerco quello che propone Gesù, una fede che si diffonde con la testimonianza di una comunità che ama?

§         Desidero sopra ogni cosa essere con Gesù?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino sul Calvario, ascolto queste tentazioni di Gesù e poi la richiesta del “Buon Ladrone”, e mi immedesimo in lui, lasciando che il mio cuore gioisca di questa promessa di Gesù, di essere con Lui per sempre.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a mettere il desiderio di vivere con Gesù sopra ogni altro desiderio.

 

 

Domenica 5 dicembre  II Domenica di Avvento

 

1.  LETTURA: Matteo  3, 1-12

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

I gruppi religiosi in Israele al tempo di Gesù

§         Farisei: gruppo di ebrei “radicali” nell’osservanza della legge e nella sua diffusione. Gesù li accusa non del fatto che la osservano, ma del loro credersi salvati solo per questo.

§         Sadducei: è la casta sacerdotale, che, stranamente, è poco religiosa: preferisce il potere all’incontro con Dio. Non credono nella Resurrezione

§         Scribi: sono gli studiosi della legge. Legato alla lettera più che allo spirito, sono spesso uniti da Gesù ai Farisei, perché con i loro studi avvalorano la legge, vista però come testo da seguire più che come segno di benevolenza del Padre

§         Erodiani: è un gruppo politicizzato. Sono a servizio del Re, zimbello dei romani, e dunque dell’autorità straniera

§         Zeloti: sono invece un gruppo politicizzato, ma legato al Tempio ed alla legge ebraica. Combattono perciò i Romani, anche con l’omicidio, quando possono ucciderne uno.

§         Esseni: nati da poco tempo, sono un gruppo che vuole riscoprire la purezza di Israele vivendo una vita quasi monastica nel deserto (Qumran, vicino al Mar Morto). Si staccano da molte usanze ebraiche contemporanee per vivere più vicini all’Israele dell’Esodo

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”: la predicazione del Vangelo parte da questa richiesta di Giovanni il Battezzatore: “Convertitevi”. È l’inizio di tutto il cammino spirituale, perché, prima di costruire un rapporto con Lui, devo fargli spazio, cioè togliere dalla mia vita ciò che riempio il mio cuore o il mio tempo e non mi permette di accoglierlo.

Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!: la conversione si manifesta in questi due passi: preparare la strada, cioè togliere tutto ciò che ostacola il cammino (abitudini, affetti, …) e raddrizzare i sentieri, renderli perciò percorribili (mettere ordine nella nostra vita, togliendo le scelte disordinate)

Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico: quello che Giovanni predica, è avvalorato dalla sua testimonianza di vita, perché solo così si è credibili

Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano: conseguenza della conversione, è il riconoscere i propri peccati e decidere di purificarsi, per ricominciare una vita nuova

Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre: già Giovanni stimmatizza i Farisei ed i Sadducei, perché basano la loro bontà e la loro salvezza su fattori esterni, invece che sulle scelte concrete di vita

Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco: i frutti buoni non dipendono dall’osservanza della legge, ma da ciò che esce dal cuore dell’uomo (Mc. 7, 21 Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive…)

Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco.  Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”: tutta questa conversione è destinata all’accoglienza del Messia, che porterà la vera salvezza ed il vero giudizio.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Ho coscienza che mi devo convertire, o penso di essere a posto?

§         Cosa posso fare concretamente per preparare la strada della mia vita, perché il Signore Gesù possa entrarvi (quali ostacoli devo togliere)?

§         Cosa posso fare concretamente per raddrizzare i sentieri della mia vita, perché il Signore Gesù possa percorrerli (quali disordini regnano nella mia vita)?

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino sulle rive del Giordano, ed ascolto Giovanni il Battezzatore che mi invita a convertirmi,  Lascio che nel mio cuore entri la gioia immaginando la mia vita rinnovata, senza ostacoli per il Signore che viene, e lo guardo mentre si avvicina a me senza difficoltà

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Vivrò quotidianamente i passi della conversione che ho scoperto in questa meditazione, per togliere gli ostacoli ed i disordini che sono in me

 

 

Domenica 19 dicembre  IV Domenica di Avvento

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Mt.  1, 18-24

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Le comunicazioni di Dio all’uomo nella Parola di Dio:

La Bibbia è naturalmente la storia della rivelazione di Dio, prima al popolo di Israele, e poi in modo pieno, attraverso il “Suo Verbo” all’umanità intera.  Ma come Dio si rivela all’uomo?  Nell’Antico Testamento:

§         parlando a tu per tu

§         con Adamo (Gen. 3,9 Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». 11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». 12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato»)

§         con Noè (Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra)

§         con Abramo (Gen. 12,1 Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò)

§         con Mosè (Es. 3,4 Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!».  6 E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio)

§         ispirando dei Profeti (Per es.: Ger. 1,4 Mi fu rivolta la parola del Signore: 5 «Prima di formarti  nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni»)

 

Nel Nuovo Testamento:

§         mandando il Suo Verbo, e offrendo così la Sua rivelazione piena all’umanità (vedi Ef. 1,10 per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose quelle del cielo come quelle della terra) e completando attraverso di Lui la rivelazione iniziata (Mt. 5, 17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento)

§         mandando il Suo Spirito, che ispira delle persone per spiegare ulteriormente quanto rivelato da Gesù (Gv. 16,13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.  1Cor. 9,1 Non sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore?)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo: Matteo non parla dell’Annunciazione, perché vede la nascita di Gesù con gli occhi di Giuseppe, ma dice la stessa cosa di Luca: Gesù non è figlio di Giuseppe, ma di Dio.

Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto: naturalmente all’inizio Giuseppe non capisce.  Ci sono delle cose che noi non comprendiamo, non per colpa nostra, ma perché sono fuori dalla nostra esperienza, e possiamo capirle solo se qualcuno ce le dice e ce le spiega: è il motivo per cui è importante la rivelazione.

Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”: ed ecco allora che a Giuseppe viene rivelata questa novità sconvolgente: Dio è diventato uomo in sua moglie!

Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi: Matteo, che scrive per cristiani provenienti dall’Ebraismo, cerca sempre di motivare i fatti con la scrittura.  Anche in questo caso vede l’attuazione di una profezia.

Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa: parlando di “sogno” il testo rimane vago; non possiamo sapere come sia avvenuta questa rivelazione, sappiamo però che è divina, e che è percebile chiaramente da lui.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Accolgo con gioia la rivelazione, o cerco solo la mia ragione, anche nelle cose nelle quali comunque non può darmi risposte convincenti?

§         Sono attento alla Parola di Gesù, che si manifesta a me in molti modi (Vangelo, avvenimenti della vita, ispirazioni…)?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino Giuseppe che si sveglia, riflette, e decide di seguire la Parola che Dio gli ha ispirato.  E lascio che il mio cuore si riempia di gioia pensando di poter fare altrettanto, accogliendo la Parola, comunque si esprima, e seguendola con fiducia ed abbandono.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a tenere il mio cuore attento alla Parola di Dio che mi parla in molti modi, e la mia volontà pronta a seguirla.

 

Domenica 9 gennaio:  Battesimo del Signore

 

1.  LETTURA: Mt.  3, 13-17

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Volontà dell’uomo e volontà di Dio:

*   La Bibbia parla molto della volontà di Dio, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. La presenta come:

o        origine della storia umana (ciò che succede è volontà di Dio) (Vedi per es.: 2Cr. 25,20 Ma Amazia non diede ascolto. Era volontà di Dio che fossero consegnati nelle mani del nemico, perché si erano rivolti agli dèi di Edom)

o        fonte di gioia spirituale per l’uomo e di santità: (Sal. 118,16 Nella tua volontà è la mia gioia; mai dimenticherò la tua parola.   Mt. 6,10  sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.    Mt. 7,21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli)

o        strada per la salvezza: (Is. 53,10 Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.   Mt. 12,50 perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».    Lc. 22,42 «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà»)

 

La volontà dell’uomo è vista come nociva se non è concorde a quella divina, ma basata sull’egoismo o sull’orgoglio personale.  (Per es.: Lc. 23,25 Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.   Rom. 9,16 Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui: Gesù inizia la Sua missione con questo atto di umiltà, mettendosi nell’umanità bisognosa di perdono.  Sarà il Suo stile per tutto la vita: è come noi in tutto (eccetto il peccato) per esserci di esempio totale: è figlio, è lavoratore, è uomo con le sue paure, è amico, è consigliere…)

Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”: Giovanni pensa di far un atto di umiltà anche lui non accettando di Battezzarlo, ma Gesù gli insegna (come insegnerà a Pietro quando non vuole lasciarsi lavare i piedi) che l’umiltà è anche lasciarsi servire, è anche obbedire al Signore in quello che non comprendiamo completamente da soli

Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”:  e glielo insegna con questa frase, un po’ difficile per la nostra cultura. Significa che la santità si deve attuare i questo modo, per ora: Gesù deve fare questo atto di umiltà per farci capire che tutti dobbiamo convertirci, e Giovanni deve Battezzarlo, per farci capire che tutti dobbiamo annunciarlo ai fratelli.

Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui: conseguenza del Battesimo, cioè di quell’atto di santità di ambedue, è la discesa dello Spirito Santo che rende Gesù anche come uomo, pronto alla Missione di evangelizzare e di salvare l’umanità

Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”: missione datagli dal Padre, che lo riconosce ufficialmente Suo Figlio (è la manifestazione della realtà, non il dono della realtà, perché Gesù è Figlio da sempre)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

So avere al stessa umiltà di Gesù, che mi porta a non insistere troppo sui miei diritti, quanto su quelli degli altri?

So accettare quanto Gesù mi chiede, anche se non lo capisco completamente?

La mia fede in Gesù, Figlio di Dio, è completa o ha dei dubbi che non ho ancora affrontato?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino di essere sulle rive del Giordano, e di ascoltare questa rivelazione del Padre su Gesù.  Lascio che il mio cuore si riempia di gioia nella certezza che questo Figlio di Dio è qui con me e per me.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a vivere gli impegni Battesimali, cioè rinunciare al male e credere in Dio Trinità.

 

 

 

Domenica 23 gennaio - FESTA di S. EMERENZIANA

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Mt.  13,44-46

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 

Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra». 

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

 

Il martirio cristiano

§      Dio è il Dio della vita, e non della morte, e dunque vuole la nostra felicità. Ma non ci illude: sa che nella vita la felicità si conquista, e che non sempre coincide con la felicità sensibile, fisica… per questo si mette come nostro modello nella Croce (segno della Sua divinità, della Sua regalità, del Suo dono all’uomo)

§      ci invita a seguirlo (Mt. 16,24: Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua).

§      insegnandoci che non c’è altra strada per essere discepoli (Gv. 15,20 Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra),

§      né per testimoniare la fede ai fratelli: (Mt. 10,16-20: Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi)

§      La storia della chiesa ci insegna che “il sangue dei martiri è seme di Cristiani” (Tertulliano)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo: Il Regno di Dio (Matteo preferisce il termine: “dei Cieli” perché da buon Ebreo usa meno possibile il termine “Dio”) è la Sua presenza in mezzo a noi, anzi, in noi.  Ed è dunque un tesoro.  Ma è nascosto, cioè non di immediata comprensione; ha bisogno di un cammino di comprensione e di approfondimento nel cuore per entrare realmente nel nostro stile di vita.

un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo: quando lo si trova, cioè lo si scopre o per riflessione, o per ispirazione divina, ci troviamo davanti ad una scelta: lo voglio, nonostante i sacrifici che comporta, oppure preferisco altre realtà, e lascio questo tesoro. Perché per conquistarlo (farlo passare dalla mente che lo ha capito, alla vita che lo deve attualizzare) devo “vendere tutto”, cioè metterlo al primo posto della mia graduatoria di importanza dei valori; cosa che comporta che tutti gli altri valori (fino alla vita, come ci insegnano i martiri) devono essere considerati meno (non annullati, ma messi al loro posto, per cui, in caso di contrasto, prima viene il valore numero 1, poi il numero 2 e così via)

Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose: ripete con altre parole lo stesso concetto. Dobbiamo ricercare la presenza di Dio in noi con la stessa caparbietà di un commerciante o di un collezionista, che non perde occasione per trovare qualche nuovo oggetto da acquistare per la propria attività

trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra: e questa presenza di Dio in noi è una perla di grande valore, così grande che vale più di tutto quello che ho accumulato finora, per cui, se sono coerente, devo rinunciare a tutto il resto pur di avere quel tesoro così straordinario

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§     Nella mia gerarchia di valori, quale posto occupa Dio e la Sua presenza in me?

§     Sono pronto a “vendere tutto” pur di acquistare quel tesoro straordinario, quella perla preziosa?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino quel tesoro o quella perla, e lascio per un po’ che la mia fantasia vaghi su questa “ricchezza”.  Poi contemplo la mia vita con questa ricchezza conquistata dalle mie scelte. E lascio che questa immagine riempia d i gioia il mio cuore, tanto da spingermi a decidere di fare di tutto pur di avere questa presenza di Dio in me.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a seguire Gesù, sapendo lasciare tutto ciò che mi impedisce questo cammino (orgoglio, egoismo, pigrizia, istinti che mi rendono schiavo…)

 

 

Domenica 6 febbraio: V domenica del Tempo Ordinario

 

1.  LETTURA: Matteo 5, 13-16

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Rapporto tra insegnamento e testimonianza nell’evangelizzazione

Gesù ci lascia ambedue questi inviti, per fare di noi degli evangelizzatori. Ci chiede infatti di

§         parlare di Lui (Per es.: Lc. 2,17-18 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano)

§         testimoniare con la vita i Suoi valori (Per es.: Gv, 13,35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri)

§         Il rapporto tra i due è:

o        ci deve essere sempre una testimonianza coerente.

o        Serve poi il nostro buon senso per capire se serve anche la parola che spiega, oppure se è meglio tacere.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “ Voi siete il sale della terra: il sale cambia il sapore di un cibo.  In questa Parola di Gesù rappresenta le parole del discepolo che illuminano le proprie scelte e quelle degli interlocutori, cambiandone perciò il senso, rendendolo migliore

ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini: se il sale si degenera, non serve più a nulla; se le mie parole non sono vere (corrispondono alla Sua verità) o non sono giuste (sono frutto di mia ignoranza nell’interpretazione della Sua Parola), si degenerano, diventano inutili

Voi siete la luce del mondo: la luce permette di vedere quanto, pur esistendo, non è distinguibile dal nostro occhio. In questa Parola di Gesù significa la nostra testimonianza di vita. Un’azione secondo il Vangelo, vissuta nella coerenza e nella gioia, diventa “luce” per chi la vede, cioè possibilità di comprendere il Vangelo stesso, che, se non è visto vissuto, rimane incomprensibile al cuore

non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa: un invito all’umiltà; non c’è bisogno infatti di mettersi in mostra, perché basta l’azione stessa per essere testimonianza. E d0’altra parte un invito a superare la timidezza, perché se mi chiudo in me stesso e non testimonio, perdo l’opportunità di essere discepolo come Lui si attende da me

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli: la motivazione della nostra testimonianza con le opere e delle parole di spiegazione: far in modo che tutti “rendano gloria al Padre”, cioè lo riconoscano per quello che è, il Dio che ci ama e che ci accoglie

 

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

* Conosco il Vangelo tanto da poterne parlare in modo semplice, chiaro, non esaltato?

* So essere coerente con la mia fede, testimoniandola nelle mie scelte quotidiane?

* So dare questa testimonianza con l’equilibrio che Gesù propone, con umiltà e d'altra parte senza timidezza?

  

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

ascolto Gesù che mi dice personalmente: “Tu sei il sale della terra… tu sei la lice del mondo”, e gioisco per questa fiducia che Lui ha in me.  Immagino la ima vita vissuta come sale (la mia capacità di parlare di Lui) e come luce (la mia coerenza nella testimonianza) e lascio che il mio cuore si riempia di gioia nel vedere come il Signore si sa servire di me per il bene spirituale di molti fratelli

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a testimoniare con coerenza la Parola di Gesù, preparandomi anche a spiegarla quando ciò è necessario

 

 

Domenica 20 febbraio: VII Domenica del Tempo Ordinario

 

1.  LETTURA:  Matteo 5, 38-48

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

“Siate santi” (Antico Testamento) e “siate perfetti” (Nuovo Testamento)

§         Nell’Antico Testamento c’è più volte l’invito: “Siate santi, perché io, il Signore, sono Santo” (per es. Levitico 19,2).  Il significato si “Santo” nell’Antico Testamento è però diverso dal nostro: non ha tanto connotazioni spirituali o morali, ma cultuali: significa “separato” da ciò che è profano.  È dunque un invito al popolo ad essere separato dagli altri, dagli impuri. 

§         Nel Nuovo Testamento Gesù supererà questa visione, invitandoci non ad essere  separati dagli impuri, ma ad essere vicino a loro per aiutarli ad incontrare il Suo amore (per es.: Gv. 16-18 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo… Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo).  Non ci chiama dunque ad essere santi nell’accezione veterotestamentario, ma ci invita ad essere perfetti, cioè a vivere tutto quanto ha detto prima, nel cosiddetto “Discorso della Montagna” cioè in tutto il capitolo 5 di Matteo

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente: è un grosso passo avanti dell’umanità, che passa dalla “legge della giungla” (mi faccio giustizia da solo come mi pare) ad una legge precisa, che limita la vendetta ad un atto di giustizia codificata

ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due; dá  a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle: anche se quella è “giustizia” Gesù mi invita ad andare oltre, ad arrivare a rinunziare ai miei diritti per il tuo bene

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico: questa frase così come il Vangelo la riporta non è scritta nell’Antico Testamento, era però “scritta” nella vita del popolo, e non combattuta dall’autorità religiosa

ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti: invito assurdo, che diventa comprensibile anzitutto riflettendo sulle motivazione che Gesù stesso propone, e poi traducendo bene il verbo “amate”: il testo originale infatti ha il verbo “agapào” che significa “volere il bene dell’altra anche senza provare sentimento di affetto per lui”. Noi invece siamo abituati ad usare il verbo “filèo” cioè “provo affetto per te”.  Tutto l’amore che Gesù insegna è sempre legato a quel verbo.

Infatti se amate quelli che vi amano, quale grazia ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?: il lettore di Matteo, ebreo diventato cristiano, non vuole assolutamente essere paragonato ad un pagano, né ad un pubblicano. L’invito perciò è chiaro: per non esserlo, devi mettere in pratica queste Parole di Gesù.

Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste: la conclusione è la sintesi di tutto: la meta dell’insegnamento di Gesù è aiutarci ad essere perfetti, e la perfezione consiste nel vivere quanto ci ha appena detto.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         So vivere l’amore che Gesù insegna, anche oltre la giustizia?

§         Considero possibile nella mia vita l’amore per il nemico?

§         Metto come mia meta la perfezione che Gesù insegna?

  

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino sul Monte delle Beatitudini, ed ascolto Gesù che mi invita a vivere queste novità assolute. Sento la Sua stima per me, se no non mi chiederebbe tanto, e la accolgo con gioia e gratitudine, immaginando la mia vita vissuta in questa perfezione

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Decido di fare questo salto di qualità che Gesù con tanta chiarezza mi ha chiesto, di amare il nemico esattamente come Lui dice

 

 

Domenica 04 marzo  (IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO)

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Matteo 7, 21-27

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Rapporto tra preghiera ed azione nella vita cristiana

Spesso si è assistito nella storia della Chiesa a contrasti tra fedeli che dichiaravano che la preghiera era il punto centrale della vita cristiana, altri invece che sostenevano esserlo l’attenzione sociale agli altri.

La bellezza di Gesù è invece l’equilibrio in tutto, che ci insegna a vedere ambedue questi punti come di uguale importanza, ed a viverli ambedue come scelte prioritarie; il tutto però inserito nella propria vocazione.

Due brani del Vangelo ce lo spiegano bene: anzitutto l’affermazione sul più grande comandamento della legge. Che è amare Dio ed il prossimo in modo uguale (cfr.: Mat. 22,26-28).  Poi il capitolo 10 di Luca, che ci presenta il Buon Samaritano, persone che mette l’attenzione all’altro come punto centrale della propria vita, seguito immediatamente dalla visita di Gesù a Marta ed a Maria, con l’insegnamento sul “seguire la parte migliore” nella contemplazione e preghiera (Lc. 10,30-42).

Nella nostra vita l’equilibrio di Gesù si vive così:

*   ognuno è invitato a vivere ambedue questi aspetti: la preghiera e la carità verso il prossimo

*   secondo il proprio carattere (la propria vocazione, che si manifesta nelle doti che il Signore ci ha dato), si può privilegiare uno dei due aspetti

*   non si può proporre la propria scelta come la migliore in assoluto, ma solo come la migliore per me, permettendo perciò ad un altro di fare la sua scelta liberamente

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli: a prima vista è una denigrazione della preghiera.  Invece è un profondo insegnamento sulla preghiera, perché ci invita a dire poche parole (pregare non è “parlare”), ma a mettere nella preghiera ciò che serve per fare la Sua volontà, cioè l’ascolto.  È un invito alla Lectio Divina

Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità: molte persone pregano (parlano) molto, fanno anche azioni religiose, ma nell’esaltazione (profezie, parlare lingue, miracoli nel senso di eccitare la debolezza psicologica di persone fragili), e pensano di essere veri discepoli.  Gesù invece mette le cose a posto: non è questa la vera sequela, ma è un ascolto umile, che porta a fare la Sua volontà in modo semplice e riservato

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande: la prova di tutto ciò è in questa piccola parabola, che ci dice che dobbiamo fondare la nostra vita sulla Sua Parola, ovviamente una Parola oggettivamente compresa, meditata per farla entrare nella nostra mente, e contemplata per farla entrare nel nostro cuore.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

Faccio un esame di coscienza sulla mia preghiera, alla luce di questa Parola di Gesù.

* Quante parole dico nella mia preghiera?

* Quanto tempo ascolto dedico?

* Quanto l’ascolto si traduce poi in vita?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Ascolto Gesù che mi dice: “Non chi dice Signore, Signore…” ed immagino il Suo sguardo mentre lo dice proprio a me.  È uno sguardo severo, perché mi sta chiedendo qualcosa che non sto facendo? È uno sguardo sorridente, perché vuole solo ribadire ciò che già vivo?  Lascio che la contemplazione di una vita vissuta nell’ascolto, e poi nelle scelte secondo la Parola ascoltata, riempia il mio cuore di convinzione e d i gioia.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Decido di pregare come il Signore mi insegna (poche parole, molto ascolto) per tradurre bene in vita la Sua Parola

 

domenica  20 marzo 2011  -  II di Quaresima

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Mt.  17, 1-9

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il “Figlio dell’Uomo”:

§         Il primo significato è “uomo” in generale (vedi per es.: Sal. 79,18 Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte)

§         Nei profeti più tardivi, acquisisce il significato di “Tu, profeta”, cioè Dio che si rivolge al profeta chiamandolo così.  Questo modo esprimersi è presente  95 volte in Ezechiele (per es.: Ez. 4,1 «Tu, figlio dell'uomo, prendi una tavoletta d'argilla, mettila dinanzi a te, disegnaci sopra una città, Gerusalemme)

§         In Daniele acquista un significato particolare: un essere superiore, che riceve da Dio ogni potere (Dan. 7:13 Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, 14 che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto)

§         Nel Vangelo questa affermazione è presente solo sulla bocca di Gesù, e significa “Io, profeta speciale”.  È ricordata 29 volte da Mt.; 13 da Mc.; 26 da Luca e 11 da Giovanni.  (Vedi per es.: Mt. 12,8 Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce: prese con sé alcuni discepoli, perché diventassero testimoni.  La nostra fede infatti si basa sulla testimonianza di alcune persone; Paolo dirà “la fede deriva d quanto si è udito”, in quanto non è possibile sapere tutto personalmente per “scienza infusa!”.  E questi testimoni vedono una scena che preannuncia la Resurrezione; per spiegarla l’evangelista usa la figura della luce.

Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui: Gesù non nasce dal nulla. Anche come Messia, e come Dio diventato uomo, ha voluto essere preparato: non possiamo comprendere totalmente il Nuovo Testamento se non alla luce dell’Antico (moltissime sono le citazioni bibliche nel Vangelo, proprio per insegnarci ciò).  Mosè ed Elia rappresentano appunto la Legge ed i Profeti veterotestamentari.

Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia “: Pietro è felice della visione gioiosa di Cristo glorifica; come Ebreo, è contento di vedere Mosè ed Elia… per lui quella è tutta la felicità possibile.

Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”: … ma il Padre aggiunge ancora qualcosa: una Sua rivelazione sulla natura di Gesù, e sul fatto che è la Sua Parola incarnata, da ascoltare.

All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore: anche le cose più belle fanno paura quando sono fuori dall’ordinario.  Gesù ci vuole abituare a queste cose straordinarie, perché da quando Lui è diventato uomo anche ciò che è più fuori dalla nostra esperienza è diventato sperimentabile, anche ciò che si credeva lontano (il Dio “totalmente altro”) è diventato vicino

Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”: ecc allora l’invito a non temere, invito sette volte presente nel Vangelo, perché è quanto Gesù ci vuole portare con la Sua incarnazione.

Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti “: per Pietro quella era tutta la felicità immaginabile. Gesù ne propone un’altra, meno accattivante dal punto di vista umano: rinunciare a quella gioia materiale per essere pronti a lavorare perché tutti abbiano la loro testimonianza, la loro stessa gioia.

  

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

  • Quale è per me la massima felicità possibile?  Cosa desidero sopra ogni cosa?

  • Ho la gioia di portare agli altri il bene che ho acquisito, o lo voglio tenere tutto per me?

  • Ho in me la gioia della Resurrezione, o penso di più alle sofferenze ed ai problemi della vita?

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino sul monte con Gesù, gli Apostoli e Mosè ed Elica, e insieme a Pietro contemplo la scena. Lascio che riempia il mio cuore di gioia, di certezza che quella è la meta: la Resurrezione. 

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a cercare la vera felicità nel condividere i miei doni spirituali, senza tenerli egoisticamente per me.

 

 

domenica  3 aprile 2011  -  IV di Quaresima

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Giovanni 9, 1-41

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Peccato e malattia nell’Antico Testamento:

§         Fin dall’inizio della teologia Ebraica il peccato è visto come causa di male fisico (malattia e soprattutto morte)  (Vedi per es.: Es. 10,17 Ma ora perdonate il mio peccato anche questa volta e pregate il Signore vostro Dio perché almeno allontani da me questa morte!».  Es. 34,7 che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione»)

§         Al tempo dei Re questo concetto era molto presente, e riguardava sia la vita del singolo (l’esempio più bello è quello di Davide: 2Sam. 12,13 Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. 12,14 Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà morire»)

§         Sia del popolo intero: (1Re 13,34 Tale condotta costituì, per la casa di Geroboamo, il peccato che ne provocò la distruzione e lo sterminio dalla terra)

§         Il punto più alto della riflessione di Israele su questo argomento è il libro di Giobbe: Giobbe sa di non aver peccato (Gb. 7,20 Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell'uomo? Perché m'hai preso a bersaglio e ti son diventato di peso?) ma non capisce perché la sofferenza si accanisce su di lui.  Dio gli conferma che non ha peccato, però non si riesce a dare una spiegazione ed una speranza)

§         I Profeti ed i Salmi presentano Dio misericordioso, che vuole perdonare i peccati più che punirli (Sal 38:12 Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori.  Mic. 7,18 Qual dio è come te, che toglie l'iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità; che non serba per sempre l'ira, ma si compiace d'usar misericordia?), ma nella mentalità popolare rimane il concetto della remunerazione su questa terra, cioè laq sofferenza e la morte punizione per i peccati)

§         Solo Gesù cambierà definitivamente questa prospettiva, per cui il peccato assume solo più una valenza spirituale (Gv. 8,34 Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio: la spiegazione più importante del Vangelo sul nesso tra malattia e peccato. Gesù ci insegna che le due cose non sono collegate, ma che Lui è con noi per aiutarci a vivere bene la nostra vita, anche nella sofferenza

Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”: e approfitta per offrirci un insegnamento su una Sua caratteristica: è la luce del mondo, ci offre cioè la possibilità di vedere il senso della vita, il bene ed il male, la natura di Dio… oltre quello che l’uomo può vedere da solo

Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva: un segno esteriore per indicare tutta la Sua presenza salvifica; un miracolo fisico per dirci che d’ora in poi lo dobbiamo accogliere come salvatore spirituale.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: “Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?”. Alcuni dicevano: “E’ lui”; altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”: inizia qui un lungo processo, nel quale Gesù viene identificato progressivamente come profeta, come Messia, come Salvatore.  Serve al lettore per fare lo stesso cammino di riconoscimento che diventa fede e sequela.

…. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: “Tu credi nel Figlio dell'uomo?”. Egli rispose: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Gli disse Gesù: “Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui”. Ed egli disse: “Io credo, Signore!”. E gli si prostrò innanzi: solo la rivelazione personale e chiara di Gesù però ci porta ad una fede completa.  Gesù la offre a quest’uomo guarito come a tutti noi

Gesù allora disse: “Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi”. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: “Siamo forse ciechi anche noi?”. Gesù rispose loro: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane”: la conclusione di Gesù è questa affermazione dura contro gli ipocriti. Gesù non vuole che si perdano (anche essi sono Suoi figli), ma che si convertano; indurendosi nel non volerlo seguire ci si autocondanna alla cecità, cioè a non saper vedere le verità, il bene ed il male, ecc.  perché si chiudono gli occhi alla luce che può far vedere con chiarezza tutte queste cose

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Ho le idee chiare sul rapporto tra male fisico e male spirituale? Quando sto male, chiedo: ma cosa ho fatto di male?

§         Accolgo Gesù come salvatore, o cerco delle scuse per non riconoscerlo e non accettarlo nella mia vita?

§         Sono cieco (= chiudo gli occhi di fronte alla verità profonda sulla vita) oppure mi sono lasciato guarire da Gesù nella mia cecità naturale?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino nel gruppo che assiste a questo miracolo.  Guardo Gesù come Salvatore, lo immagino mentre si proclama “luce del mondo” e mi immergo in questa luce che dà un senso nuovo a tutta la mia vita.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno ad aprire gli occhi seguendo la Parola di Gesù, scoprendo così la verità sulle cose spirituali

 

 

domenica  8 maggio 2011  -  III di Pasqua

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Luca 24, 13-35

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

L’Eucaristia nella prima comunità cristiana:

San Giustino, nella sua prima Apologia indirizzata all'imperatore Antonino e al Senato, poteva descrivere con fierezza la prassi cristiana dell'assemblea domenicale, che riuniva insieme nello stesso luogo i cristiani delle città e quelli delle campagne (Noi allora, dopo aver così lavato chi è divenuto credente e ha aderito, lo conduciamo presso quelli che chiamiamo fratelli, dove essi si trovano radunati.   Quando il preposto ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: "Amen". La parola "Amen" in lingua ebraica significa "sia".   E nel giorno chiamato "del Sole" ci si raduna tutti insieme, abitanti delle città o delle campagne, e si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei Profeti, finché il tempo consente.   Poi, quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi.   Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere; e, come abbiamo detto, terminata la preghiera, vengono portati pane, vino ed acqua, ed il preposto, nello stesso modo, secondo le sue capacità, innalza preghiere e rendimenti di grazie, ed il popolo acclama dicendo: "Amen".   I facoltosi, e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa, e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno.   Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato. Infatti noi li prendiamo non come pane comune e bevanda comune; ma come Gesù Cristo, il nostro Salvatore incarnatosi, per la parola di Dio, prese carne e sangue per la nostra salvezza, così abbiamo appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù incarnato...   Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l'acqua consacrati e ne portano agli assenti)

Quando, durante la persecuzione di Diocleziano, le loro assemblee furono interdette con la più grande severità, furono molti i coraggiosi che sfidarono l'editto imperiale e accettarono la morte pur di non mancare alla Eucaristia domenicale. E il caso di quei martiri di Abitene, in Africa proconsolare, che risposero ai loro accusatori: «È senza alcun timore che abbiamo celebrato la cena del Signore, perché non la si può tralasciare; è la nostra legge»; «Noi non possiamo stare senza la cena del Signore». E una delle martiri confessò: «Sì, sono andata all'assemblea e ho celebrato la cena del Signore con i miei fratelli, perché sono cristiana».

Quest'obbligo di coscienza, fondato in una esigenza interiore che i cristiani dei primi secoli sentivano con tanta forza, la Chiesa non ha cessato di affermarlo, anche se dapprima non ha ritenuto necessario prescriverlo. Solo più tardi, davanti alla tiepidezza o alla negligenza di alcuni, ha dovuto esplicitare il dovere di partecipare alla Messa domenicale: il più delle volte lo ha fatto sotto forma di esortazioni, ma talvolta ha dovuto ricorrere anche a precise disposizioni canoniche.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo: siamo incapaci non per colpa Sua, ma perché la nostra fede non è tale da pensare di vederlo risorto

Ed egli disse loro: “Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: “Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò: “Che cosa?”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto”: una sintesi degli oggetti della nostra fede, e nello stesso tempo una dichiarazione di non riuscire a credere, perché manca la motivazione (so che è così, ma poiché Lui è morto ed è tutto finito, allora non è vero!)

Ed egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui: serve una motivazione che solo Lui può dare, attraverso la Parola che illumina la realtà della Sua vita

Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista: Gesù propone, insegna, fa capire ciò che ha donato, poi lascia liberi di accogliere.  Se Gli chiediamo “Resta con noi”, a quel punto lo fa realmente, e ciò succede in part9icolare nell’Eucaristia.

Ed essi si dissero l'un l'altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”: Parola ed Eucaristia scaldano il cuore, lo motivano per essere pronto ad accogliere ciò che la mente capisce, ed a tradurlo in vita.

E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane: Gesù è apparso a molti, e mettendo insieme queste apparizioni si rafforza la fede labile di questi primi discepoli.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

*   Riconosco il Signore risorto che passa nella mia vita attuale concreta?

*   Mi  rendo conto che la partecipazione all’eucaristia è il grande incontro con il Signore risorto offerto alla Chiesa di tutti i tempi e anche a me personalmente? Vivo la «domenica» come «il giorno del Signore»?

*   L’esperienza d’incontro con il Signore risorto passa per me anche attraverso un coraggioso e intelligente impegno d’annuncio?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Cammino con i discepoli di Emmaus, e faccio in modo che anche il mio cuore si scaldi alla Parola di Gesù e nell’incontro con la Sua Persona nell’Eucaristia

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno ad ascoltare Gesù ed incontrarlo nell’Eucaristia con la fede che Lui stesso chiede e racconta nella Rivelazione

 

 

domenica  22 maggio 2011  -  V di Pasqua

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Giovanni 14, 1-12

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

 

Gesù “unica” verità e l’integralismo nel Cristianesimo:

§         Gesù si propone come verità, anzi, unica verità (“La verità”). Parla sempre secondo verità (Mt. 22,16 Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno)

§         Quando presenta una rivelazione in modo divino, lo fa con la frase “In verità vi dico…” (per es.: Mt. 25,45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me)

§         Dichiara di essere fonte di verità, e di portare a tutti questa verità (Gv. 1,17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,  la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.   Gv. 18,37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».   38 Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?»)

§         Gli Apostoli ci insegnano che la verità deve sempre essere espressa (Gal. 2,14 Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?)

§         …ma che ciò va fatto nella carità (Ef. 4,15 Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo)

§         Il Concilio Vaticano II ha allora sintetizzato così tutta questa dottrina, che ci insegna a cercare la verità, ma senza mancare di rispetto alla dignità ed alla libertà della persona (Vedi “Dignitatis Humanae” n. 12. La Chiesa pertanto, fedele alla verità evangelica, segue la via di Cristo e degli apostoli quando riconosce come rispondente alla dignità dell'uomo e alla rivelazione di Dio il principio della libertà religiosa e la favorisce. Essa ha custodito e tramandato nel decorso dei secoli la dottrina ricevuta da Cristo e dagli apostoli. E quantunque nella vita del popolo di Dio, pellegrinante attraverso le vicissitudini della storia umana, di quando in quando si siano avuti modi di agire meno conformi allo spirito evangelico, anzi ad esso contrari, tuttavia la dottrina della Chiesa, secondo la quale nessuno può essere costretto con la forza ad abbracciare la fede, non è mai venuta meno.   Il fermento evangelico ha pure lungamente operato nell'animo degli esseri umani e molto ha contribuito perché gli uomini lungo i tempi riconoscessero più largamente e meglio la dignità della propria persona e maturasse la convinzione che la persona nella società deve essere immune da ogni umana coercizione in materia religiosa)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “ Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me: la fede è fonte di pace, perché se mi fido di qualcuno, so che mantiene le promesse. Se credo che Gesù è Dio, so che è fedele, e che, avendomi promesso di essere con me per sempre, non devo temere nulla.

Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”:  Gesù ci prepara un posto, ci apre le porte dell’amore del Padre, chiuse non dal Padre, che ha continuato ad amare la creatura, ma dall’uomo stesso che non ha voluto liberamente questo amore.

Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”: domanda logica, solo che Gesù aveva già fatto capire che Lui era la via, cioè il modello da seguire.  Sono gli Apostoli che non hanno ancora compreso bene

Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita: la frase centrale di questa rivelazione di Gesù, Lui è la via per raggiungere il Padre, Lui è l’unica verità che dà luce e senso alla vita, Lui è la vita, cioè la gioia dell’esistenza su questa terra, e la certezza della vita con Lui in Paradiso.

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre. Fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”:  per conoscere il Padre in modo pieno c’è una strada sola: Gesù. Non è che gli altri non lo conoscono, ma non lo conoscono completamente, perché una persona, anche umana, la si conosce intimamente solo se si rivela; tanto più una persona divina. E Gesù rivela se stesso in modo pieno (per esempio, la Trinità)

Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”: Filippo è l’Apostolo che fa la figura di essere sempre il più “imbranato”.  Gesù lo ha appena detto (se conoscete me conoscete anche il Padre), ma lui vuole delle conferme.

Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse: e Gesù lo spiega più a fondo. Approfondisce la rivelazione sulla Trinità, sulla Sua unità profonda col Padre, e dunque sulla Sua presentazione della verità su Dio, verità che nessun altro può avere in modo completo.

In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre: conseguenza di questa unità è che anche i Suoi discepoli potranno essere uniti al Padre, e dunque compiere opere divine (per esempio poter perdonare come Lui ha perdonato, anche se la cosa non è umanamente possibile)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Ho fiducia in Cristo, tanto da avere un cuore normalmente in pace?

§         Seguo Gesù, come via per raggiungere un vero rapporto con Dio?

§         Credo che Gesù è l’unica verità, per quanto riguarda le cose spirituali, o ne cerco altre (religioni, filosofie, ideologie politiche…)?

§         Accolgo Gesù come “tutta la mia vita”?

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino nel Cenacolo, mentre ascolto Gesù che rivela tanti aspetti della Sua intimità divina.  E lascio che il mio cuore si riempia di gioia mentre lo ascolto che mi racconta del Suo rapporto col Padre, del Suo essere per me la via sicura, la verità assoluta, la vita piena.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno ad trovare la pace del cuore in Gesù, riconoscendolo e seguendolo così come si è rivelato

 

 

 domenica 12 giugno 2011 - Pentecoste

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Giovanni 20,19-23

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Spirito Santo, carismi, istituzione della Chiesa:

§         La Parola di Dio ci insegna che lo Spirito Santo ci offre i Suoi doni, che sono la luce per capire, la forza di amare, la capacità di conoscere Gesù intimamente, la forza di testimoniare…  (Vedi: 1Cor. 12,4 Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; 7 E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: 8 a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; 9 a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; 10 a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. 11 Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.  12 Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo... 27 Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.  28 Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. 29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? 30 Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? 31 Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte)

§         Questi doni sono per l’utilità comune, e perché questo succeda, Gesù ha lasciato i Suoi Apostoli come garanti dell’unità e della verità della trasmissione della Sua Parola (Mt. 16,19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».  Lc. 22,32 ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».  2Pt. 1,20 Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione)

§         La sintesi del problema si trova nel rapporto tra Pietro e Giovanni, in Gv. 21: Giovanni sa riconoscere Gesù perché ama.  Pietro deve essere aiutato ad arrivare allo stesso amore, ma poi a lui Gesù dà il mandato di pascere; l’esempio è dei carismi, il governo e l’infallibilità è dell’istituzione (Gv. 21,17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.  20 Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?».  21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?»)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore: Gesù si presenta in questo modo come il Dio che dona la pace, come il Dio che è stato crocifisso per insegnarci che il Suo amore per noi è infinito, e come il Dio che ha vinto la morte e ci dona fiducia, gioia e forza.

Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”: lo Spirito Santo, promesso come dono per eccellenza la sera prima di morire, è ora una realtà nella vita degli Apostoli. È donato come forza per la missione e come capacità di fare gesti divini (perdonare i peccati, cosa che Gesù ha indicato tante volte attraverso i Suoi miracoli).   Tutte le promesse di Gesù sono attuate in questa frase, perché lo Spirito:

§         “insegnerà la verità tutta intera” (Gv. 16,13) e qui vediamo la verità fondamentale su Gesù (liberazione dal peccato) compresa ed attuata

§         aiuterà a riconoscere Dio come padre e comportarci come figli: “E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!” (Gal. 4,4-6); e qui vediamo Gesù che ci manda come il Padre ha mandato Lui

§         insegna l’amore e fa vivere la comunione fraterna  “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo13 E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito” (1Cor. 12,12); e qui vediamo gli Apostoli che sono resi capaci di amare anche i fratelli più peccatori, mettendosi in condizione di perdonarli come Gesù ha fatto ed insegnato

§         ci dona la vita nuova nello Spirito: chi ha lo Spirito Santo vive una vita nuova, perché nello Spirito si ha la capacità di vivere tutto il Vangelo. Paolo lo spiega presentando l’antitesi “carne/Spirito”, per cui chi è solo umano vive le opere della carne, chi è discepolo di Gesù ed accoglie il Suo dono, vive il frutto dello Spirito, la novità che Gesù insegna e lo Spirito aiuta a vivere (Gal. 5,22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; … 25 Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito); e qui vediamo gli Apostoli resi capaci di vivere questa novità mettendosi di fronte ai fratelli con questo spirito che solo Gesù propone

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Riconosco Gesù come il Dio Crocifisso e Risorto, o non riesco ad unificare nella mia fede queste due caratteristiche?

§         Accolgo lo Spirito Santo come il grande dono di Gesù all’uomo?

§         Ho chiare le promesse di Gesù legate allo Spirito, e vivo il rapporto con Lui come luce, amore, forza…?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino nel cenacolo, ascolto Gesù che manda su di me lo Spirito, e contemplo questa presenza divina in me, e tutte le sue conseguenze.  E gioisco di questa vita nuova che mi offre.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno ad accogliere lo Spirito Santo ed i Suoi doni nella mia vita.

 

 

 

Via Crucis

 

11.03.11

Per lasciarmi coinvolgere da Dio nella mia vita di fede,

prendo la croce con Gesù

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Lasciarci coinvolgere da Dio significa anzitutto riconoscerlo come Padre. Gesù, riconoscendolo così, si è affidato alla Sua volontà.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

E’ per obbedienza al Padre, che Gesù prende la croce. Al “Padre”, non ad un padrone. Non lo fa per costrizione, ma perché sanno che solo con il Suo sacrificio noi capiremo il loro amore per noi.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Tante persone si credono cristiane, eppure non accolgono questa paternità. Dio è visto come cattivo, come colui che manda la sofferenza. E si cade nella mancanza di fede. Ci impegniamo ad aiutare queste persone con la nostra fede piena.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

La novità di Gesù sulla paternità di Dio è completata dal dono di una madre. Maria diventa per noi l’esempio della dolcezza materna di Dio, che è Padre-Madre.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Lasciarci coinvolgere dal Padre significa anche accogliere i fratelli. Ed il Cireneo è modello di questa accoglienza.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Gesù ci presenta il Padre e ci chiede di vederlo nel Suo volto (chi ha visto me ha visto il Padre). E noi sappiamo che il Suo volto è impresso in noi attraverso i Sacramenti. E’ la garanzia che no siamo con Dio.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

La mancanza di coinvolgimento nella paternità divina fa cadere molti nella sfiducia. Si pensa ad un Dio lontano, che vuole punire. Ci impegniamo ad aiutare queste persone con la nostra fede piena. 

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Se siamo coinvolti in Gesù siamo ottimisti. Ciò ha come base la certezza che siamo amati da Dio, e dunque nulla ci fa paura.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

La mancanza di coinvolgimento nella paternità divina fa cadere molti nell’egoismo verso i fratelli. Non si sentono fratelli ma concorrenti. Ci impegniamo ad aiutare queste persone con la nostra fede piena.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Gesù ci propone la libertà assoluta. Quella che Dio stesso, in quanto Padre, ci ha donata. Dio non è geloso del Suo potere sugli uomini, e proprio perché Padre, stima la nostra persona e la libertà che ci ha donata.

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODA TO ALLA CROCE

E’ al Padre che Gesù chiede il perdono. Ed è proprio perché siamo coinvolti nella Sua Paternità che siamo in grado di perdonare, perché vediamo come Lui ama, e ci impegniamo ad amare come Lui.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Coinvolti dal Padre, non abbiamo paura neppure della morte, perché la vediamo come un passaggio verso di Lui.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Gesù torna alla terra che ha amata, che per Lui è stata la strada per raggiungere il Padre.  Per noi la via rimane sempre l’amore dell’umanità.

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Il momento del silenzio, dell’oscurità: ma il Padre mi ama?  E’ la domanda di ogni uomo.  La risposta sta per venire, per chi si lascia coinvolgere da Lui…

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

La risposta c’è: è la Resurrezione.  Gesù è risuscitato dal Padre, che Gli dà perciò molto più di quanto, come uomo, avrebbe potuto desiderare (Padre, passi da me questo calice)

 

18.3.2011

Per lasciarmi coinvolgere da Dio nella mia vita morale,

                                              prendo la croce con Gesù

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Se ci lasciamo coinvolgere da Dio, cambia anche la nostra vita concreta, come tutta la vita di Gesù si è modellata sulla volontà del Padre. Oggi volgiamo scoprire questi possibili cambiamenti

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

La prima indicazione riguarda proprio la croce: il nostro istinto vorrebbe un Dio potente, che gli risolvesse tutti i problemi. Gesù gli presenta un Dio che, per amore dell’uomo, accoglie la croce.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Ci sono molte persone che cadono nell’incredulità, perché scandalizzati dalla croce di Gesù. Ci impegniamo a capirli, ma anche ad aiutarli.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Tutti cercano dei punti di riferimento. Gesù ci offre una madre, che è grande più per aver fatto la volontà del Padre che per aver partorito Gesù.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Ogni persona vuole capire il proprio rapporto con Dio. Gesù ci insegna che Dio vuole aver bisogno dell’uomo: lo lascia così libero, che non fa nulla senza la sua collaborazione e la sua volontà.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

La nostra società ha perso il volto di Dio. Gesù ce lo mostra vicino, così vicino all’uomo che la vita di ogni persona diventa immagine di Dio, meditato nel Vangelo ed incontrato nei Sacramenti.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Molte persone si allontano da Dio perché non vogliono essergli personalmente vicine nei Sacramenti. Il dono più grande di Gesù diventa per qualcuno discriminante. Ci impegniamo a capirli, ma anche ad aiutarli.

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Per istinto cerchiamo la gioia nel consumismo. Gesù invece ci invita alla felicità, e ci aiuta a scoprirla anche quando la vita sembrerebbe offrirci il contrario.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Nella nostra società molte persone si allontanano da Dio perché hanno paura della sua vicinanza, e lo vorrebbero meno presente, meno invasivo. Ci impegniamo a capirli, ma anche ad aiutarli.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Ogni persona vuole la libertà.  Gesù la offre a ciascuno di noi. Una libertà vera, tanto che ciascuno può utilizzarla anche contro di Lui.

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

La nostra società cerca una linea di comportamento. Gesù ci offre il comandamento nuovo, che Lui stesso vive per primo.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Ogni persona ha bisogno di amore.  Dio accetta di morire per amore. L’infinito si mette al servizio della creatura.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

La nostra società guarda solo alla terra. Gesù torna alla terra, ma ci invita a guardare la terra come luogo nel quale portare il Suo messaggio. Non ci invita a pensare solo a Lui, ma a vivere con Lui nella vita di ogni giorno.

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Siamo abituati a volere tutto subito. Gesù invece è il Dio dell’attesa. Sa attendere i nostri tempi, e non ci impone i Suoi. Sa essere paziente, e ci chiama ad imitarlo.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

L’uomo di oggi non ha mete. La Resurrezione è la meta più bella che Gesù ci offre.

 

25 marzo:

Per lasciarmi coinvolgere da Dio nella mia vita sacramentale,

prendo la croce con Gesù

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Quest’anno abbiamo cercato di scoprire come lasciarci coinvolgere da Gesù. In questa meditazione scopriamo il modo più bello: l’Eucaristia

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Il primo modo per scoprire l’Eucaristia è vederla come la presenza reale di Cristo in noi, che diventa forza quando la croce è nella nostra vita.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Certe volte cadiamo nella pigrizia di fronte all’invito di Gesù. Oggi vogliamo rialzarci per dimostrare a Gesù, con la nostra vicinanza, il nostro amore pieno e profondo.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Per aiutarci ad essere con Lui, Gesù ci offre l’esempio di Maria: una Madre che Gli è vicino in modo silenzioso ma completo.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Avere Gesù in noi è l’aiuto più completo per vivere l’amore che Lui insegna, perché, per amare come Lui ama, bisogna che Lui ami in noi.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Il volto di Gesù in noi è una realtà, se abbiamo in noi tutta la Sua persona. E ciò succede soprattutto nell’Eucaristia.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Certe volte cadiamo nel dubbio di fronte all’affermazione di Gesù che ci promette la Sua carne da mangiare. Oggi vogliamo rialzarci per dimostrare a Gesù tutta la nostra fede

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA, LE PIE DONNE

La gioia, e non il pianto, è lo stile di chi ha in sé Gesù personalmente nell’Eucaristia. Oggi volgiamo riempirci della Sua gioia.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Certe volte cadiamo nella superficialità nell’incontro con Gesù. Oggi vogliamo rialzarci per vivere seriamente questo dono .

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Per essere liberi come lo è stato Lui, è importante averlo dentro di noi. Ed allora non ci saranno condizionamenti che ci faranno paura.

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Il perdono non è naturale, ma soprannaturale.  Anche noi siamo soprannaturali se abbiamo Gesù in noi che ama e perdona.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Un Dio che muore in croce è contro la mentalità di tutti (scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani). Ma per noi è l’insegnamento della divinità di Gesù. E questo Dio lo incontriamo nell’Eucaristia

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Gesù ci lascia il Suo sangue, tutto, fino alle  ultime gocce.  Gesù ci lascia tutto se stesso nell’Eucaristia

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Gesù accetta di restare in attesa nel Sepolcro, ed accetta di restare in attesa di ciascuno di noi nell’Eucaristia. Il nostro impegno è andarlo a cercare ed a trovare spesso.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Nell’Eucaristia ricordiamo la morte di Gesù, ma incontriamo Gesù risorto.  E’ la nostra Pasqua rinnovata, fonte di gioia e di fiducia.

 

01.04.2011

Per  lasciarmi coinvolgere da Dio nella mia vita di testimonianza,

prendo la croce con Gesù

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

            La nostra meta è lasciarci coinvolgere da Dio, per conoscere e vivere i Suoi valori.  Ed

            una volta che li abbiamo in noi, li dobbiamo testimoniare ai fratelli. Oggi cercheremo di

            capire come.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

           Coinvolti nel valore della sofferenza. La sofferenza non si spiega, si vive e si condivide,

           per dare a chi ce l’ha quell’aiuto che gli serve. Gesù la condivide con noi, e ci invita a

           testimoniare questa condivisione.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

           Valore della perseveranza.  Siamo tutti chiamati a seguire Gesù, ma spesso ciò è

           difficile. Ogni volta che abbiamo una difficoltà, pensiamo che è l’occasione per

           testimoniare la perseveranza.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

           Valore della devozione a Maria. Non testimoniamo una devozione che serve per

           appagare le nostre ansie, ma che serva per aiutarci ad avere un modello di rapporto con

           Gesù e di dono ai fratelli.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

           Valore del servizio. Dirci cristiani, e poi non amare come Gesù insegna (= servire), è una

           contro-testimonianza. Siamo invece chiamati a metterci in ogni circostanza a servizio di

           chi ci circonda.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Valore della Sua presenza in noi. Il cristiano deve dimostrare col suo atteggiamento che sa di avere in sé la Trinità, di esserne tempio.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Valore dell’accoglienza. Non sono parole, ma fatti, quelli che Gesù propone (avevo fame…). L’accoglienza è un modo di essere del cristiano, verso tutti, da dimostrare con la vita.

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Valore dell’ottimismo. Un cristiano triste non serve ai fratelli, anzi, fa loro del male, perché nessuno vuole seguire una persona triste.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Valore della comprensione. Non solo accolgo chi sbagli, ma lo giustifico. E testimonio questo atteggiamento, che non è di moda, ma che fa capire che il cristiano è diverso dalla normale brava persona.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Valore della libertà. Il cristiano testimonia una libertà dagli istinti, per mezzo della quale vive nella gioia di sapere che la sua vita ha un senso più profondo della piccola ricerca di gioie passeggere.

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Valore del perdono. Il perdono, centro della morale cristiana, ed atto di eroismo, non è un optional per noi, ma è costitutivo del nostro testimoniare il Vangelo vissuto.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

            Valore dell’amore fino alla fine. Il cristiano, come Gesù, ama anche quando è difficile,

            anche oltre quello che umanamente è naturale. Solo così testimonia che Cristo è

            realmente morto per noi.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Valore della vita terrena. I cristiano gioisce della vita e dei suoi doni, non li disprezza, semplicemente sa che non sono tutto, che c’è qualcosa più importante.

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Valore della pazienza. Il cristiano testimonia la pazienza quando non impone a Dio o al prossimo i propri tempi, ma accoglie i loro, rispettandoli.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Valore della felicità. Il cristiano è felice, e testimonia la propria gioia motivandola con la Resurrezione di Gesù (ha vinto la morte) e con la certezza della propria.

 

8.04.2011

Per lasciarmi coinvolgere da Dio nella mia vita sociale,

prendo la croce con Gesù

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Se ci lasciamo coinvolgere da Dio, porteremo un dono anche alla nostra società, come Gesù si è lasciato coinvolgere nella volontà del Padre, e ci ha salvati. Oggi cercheremo di capire come.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

La prima indicazione riguarda proprio la croce: la nostra società cerca il benessere. Gesù gli presenta un Dio che, per amore dell’uomo, accoglie la croce. Con la nostra testimonianza offriamo questa via di salvezza.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Nella nostra società c’è molta incredulità. Ci impegniamo a offrire una testimonianza di fede pura, non inquinata da visioni personali.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

La nostra società cerca dei punti di riferimento. Gesù ci offre sua madre, e noi ci impegniamo a presentarla con equilibrio e con affetto.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

La nostra società vuole capire il proprio rapporto con Dio. Gesù ci insegna che Dio vuole aver bisogno dell’uomo: noi testimoniamo questa fede senza integralismo, in un Dio che ci chiama, ma non ci obbliga.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

La nostra società ha perso il volto di Dio. Gesù ce lo mostra vicino, e noi ci impegniamo a testimoniarlo sapendolo vedere in tutti i fratelli.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Nella nostra società molte persone si allontano da Dio perché non vogliono essergli personalmente vicine nei Sacramenti. Noi ci impegniamo a vivere uniti ad essi, testimoniando questo amore concreto per Lui

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

La nostra società cerca la gioia nel consumismo. Gesù invece ci invita ad una felicità più profonda, e noi ci impegniamo a testimoniarla anche nelle difficoltà e nelle sofferenze.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Nella nostra società molte persone si allontanano da Dio perché hanno paura della sua vicinanza, e lo vorrebbero meno presente, meno invasivo. Ci impegniamo a testimoniare la gioia di un Padre che ci accompagna.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

La nostra società vuole la libertà.  Gesù ci offre quella vera, dal male profondo, e noi ci impegniamo a testimoniare una vita di libertà dal peccato.

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

La nostra società cerca una linea di comportamento. Gesù ci offre il comandamento nuovo, che noi ci impegniamo a testimoniare.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

La nostra società ha bisogno di amore.  Dio accetta di morire per amore. Noi ci impegniamo a vivere sentendo questo Suo amore per noi, e a testimoniare la gioia di questo dono che riceviamo.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

La nostra società guarda solo alla terra. Gesù torna alla terra, ma ci invita a guardare la terra come luogo nel quale portare il Suo messaggio. Noi ci impegniamo a testimoniare una fede che ci fa vedere la terra ed il Paradiso, ciascuno nella giusta dimensione.

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

La nostra società vuole tutto subito. Gesù invece è il Dio dell’attesa. Noi ci impegniamo a testimoniare la Sua capacità di attendere i nostri tempi, e di non imporci i Suoi.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

La nostra società non ha mete. Noi ci impegniamo a vivere la gioia della Resurrezione, che è la meta più bella che Gesù ci offre.

 

 

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Ultimo aggiornamento: 20-02-14